«Sono un comunista coerente» di Gian Antonio Orighi

«Sono un comunista coerente» Saramago al Papa «Sono un comunista coerente» MADRID Il Vaticano parla di scandalo I perché mi hanno concesso il I Nobel. Tutti sappiamo che il *J Vaticano si scandalizza facilmente, soprattutto non con i suoi problemi, che non sono per il Vaticano motivo di scandalo, bensì con quelli degli altri, con chi ha prodotto qualcosa che non gli va»: così, a ventiquattr'ore dall'annuncio del premio, lo scrittore portoghese José Saramago replica alle accuse dell Osservatore Romano, che l'aveva definito «veterocomunista e antireligioso». «Secondo loro - prosegue - sono un veterocomunista. Non capisco cosa significhi vetero. Hanno sbagliato aggettivo. Se vetero significa coerente, è esatto». Cosa significa per lei essere comunista coerente, gli chiedono. «Non c'è miglior definizione di questa: se l'uomo è il prodotto delle circostanze, bisogna cambiare le circostanze. Il capitalismo non le cambierà. 11 comunismo non ha saputo cambiarle sinora, non so se ci riuscirà nel futuro. Il mio essere comunista significa avere cervello e cuore. E non dimenticare gli errori ed i crimini immani dei gulag». A Madrid per una conferenza, organizzata dall'editore Santillana, l'autore di Memoriale del convento passa poi al contrattacco: «LAccademia svedese non ha badato al fatto che io sia un "veterocomunista" e che abbia perso il rispetto per la Chiesa. Il Papa ha ereditato la Inquisizione. Se il Pontefice fosse stato nella giuria, non avrei di certo vinto. E non lio dovuto abbandonare il comunismo per vincere il Nobel, altrimenti avrei rinunciato al premio». Il neo-Nobel settantaseienne si commuove nel ricordare il grande compatriota Fernando Pessoa «che non ha potuto vincere il Nobel perché i suoi libri stavano in un baule». Infine i progetti. «Il libro che sto scrivendo si chiamerà La Caverna e prende spunto dal mito della caverna di Platone». E come sarà il suo discorso di dicembre a Stoccolma, quando riceverà il premio? Saramago risponde senza pensarci: «Non sarà solo un discorso letterario, ma, soprattutto, politico». Gian Antonio Orighi

Persone citate: Fernando Pessoa, José Saramago, Platone, Saramago

Luoghi citati: Madrid, Stoccolma