L'Ufet venderà il 30%?

L'Ufet venderà il 30%? Vola l'utile L'Ufet venderà il 30%? TORINO. Si è chiuso con un utile netto di 5,7 miliardi, più che raddoppiato rispetto al precedente esercizio (2,3 miliardi), il bilancio consolidato al 31 marzo '98 del gruppo Utet, approvato dall'assemblea degli azionisti il 21 settembre. La storica casa editrice torinese, presieduta da Gianni Merlini, è tornata anche al centro delle cronache finanziarie: l'Imi, l'Istituto Mobiliare italiano, prossimo alla fusione con il San Paolo di Torino, sta concludendo l'acquisizione di una quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 30%. Si era detto che a vendere fosse lo stesso Gianni Merlini, azionista di maggioranza relativa, insieme al fratello Cesare (i due hanno un pacchetto che si aggira sul 35%), ma la casa editrice di Torino ha precisato che la trattativa è ancora in corso e riguarda un gruppo di azionisti di minoranza che non hanno cariche operative in azienda. Si tratta delle stesse persone che, nel 1994, erano intenzionate a vendere la casa editrice al gruppo olandese Kluwer. Un'operazione che non andò in porto anche per l'opposizione del presidente Merlini. Intorno alla Utet si muove ormai una vera galassia che, oltre alla Garzanti, acquisita a fine '95, comprende il settore scolastico, con la Petrilli, una presenza significativa nei tascabili, con la quota azionaria nella Tea (al 50% di Longanesi), e altre reti minori. Il fatturato globale annuo è vicino ai 300 miliardi (296 nell'esercizio 1997-98 contro i 229 del bilancio precedente) e colloca la Utet al quarto posto nel panorama editoriale italiano dopo Mondadori, Rizzoli e De Agostini.

Persone citate: Gianni Merlini, Longanesi, Merlini, Mondadori, Petrilli

Luoghi citati: San Paolo, Torino