Rossignolo chiede scusa agli azionisti Telecom di Zeni

Rossignolo chiede scusa agli azionisti Telecom TLC Per il presidente «la mole di lavoro nel gruppo è tale da giustificare un amministratore delegato» Rossignolo chiede scusa agli azionisti Telecom La società nella bufera mentre il titolo perde ancora in Borsa MILANO. Un comitato esecutivo clie comincia a metà mattina e si prolunga oltre le tre di pomeriggio quando il vertice Telecom dovrebbe incontrare i giornalisti. E poi il road show, il faccia a faccia con la comunità finanziaria milanese in una sala, al terzo piano della Borsa, gremita come non inai. Tutti ad aspettare spiegazioni da Telecom dopo il pasticciaccio brutto della diffusione dei dati su! piano triennale, prima smentiti, poi confermati. Inutile negarlo, l'atmosfera e tesa. In Borsa in tre giorni Telecom ha bruciato 8500 miliardi e ii titolo ha di nuovo perso il 3,15% scendendo a 8224 lire, 2 mila lire sotto il prezzo di collocamento: paga, dicono in Piazza Affari, la poca trasparenza, il sospetto di una scarsa cultura di mercato, il dubbio che ima parte del management non sia all'altezza. Così, alle due del pomeriggio, quando viene disdetta via fax la conferenza stampa delle tre, in Piazza Affari ricominciano a circolare le voci. Ce chi prevede le dimissioni del direttore generale Fulvio Conti, responsabile della finanza, l'uomo che aveva smentito le prime indiscrezioni. Chi parla di forti divergenze nel comitato esecutivo. E chi prevede l'arrivo a breve di un amministratore, un nome su tutti: Francesco Caio, ex Omnitel passato in Merloni ma che alla Merloni, si affrettano a dire i portavoce, sta benone. Che giornata! A dieci mesi dal suo arrivo, il presidente Gian Mario Rossignolo tutto si aspettava tranne che di dover presentarsi davanti agli analisti con la faccia contrita di uno scolaretto che l'ha fatta grossa. «Chiedo scusa per l'impropria e inopportuna diffusione di dati che hanno causato grande incertezza». In sala è silenzio assoluto. Rossignolo recita l'autocritica: «Si è trattato di comportamenti irresponsabili, legati a una cultura non professionale». E annuncia: «In accordo col collegio sindacale, il comitato esecutivo ha avviato un'indagine interna sulle modalità di'diffusione all'esterno dei dati sul piano strategico perche possano essere assunte le necessarie deliberazioni in tempi brevi da parte del consiglio di amministrazione». Come dire, i responsabili pagheranno. Perché quello che è successo, spiega, è roba - come dire - da Prima Repubblica, da azienda pubblica e non da public company come è e vuol essere Telecom: «Che qualcuno abbia fornito ai sindacati, nel corso di una riunione preliminare, dati e dettagli riservati al road show, è stata un'inaccettabile leggerezza». Più avanti, toccherà a Francesco Taranto, amministratore di Prime (gruppo Generali), rilanciare: «Dite di voler creare valore per gli azionisti ma finora ne avete solo distrutto con comportamenti non coerenti a un'azienda leader di mercato: se voi foste, come dite di essere, una società aperta al mercato non avreste presentato ai sindacati un piano triennale prima di averlo sottoposto al mercato stesso e alle autorità competenti. E lei, dottor Conti, perché ha smentito dati che due giorni dopo sono stati confermati?». La sala applaude ed è l'unico applauso di giornata. «Il suo richiamo, dottor Taranto, ci fa riflettere e ci preoccupa ma la cultura di mercato in un'azienda ex monopolistica non si crea in un giorno», risponde Rossignolo. Conti abbozza: «Mi prendo tutte le responsabilità, se accertate». I dati del piano 1999-2001 proiettati per un'ora confermano risultati operativi netti in crescita ogni anno del 13%, aumenti di traffico del 10%, un taglio di 8 mila unità, 25 mila miliardi di investi¬ menti. Viene anticipato un prossimo spin-off immobiliare, più un piano di acquisto di azioni proprie e una stock-option per 100 top manager discussa nel consiglio del 2 novembre. C'è tempo per una frecciata alle «alleanze internazionali strombazzate sui giornali»: «Per quello che mi risulta - taglia corto Rossignolo - mi risultano tutte al palo». Ma è alla fine, per bocca di Massimo Fortuzzi (Finanza & Futuro, gruppo Deutsche), che arriva la provocazione. «C'è il problema della credibilità del management», attacca Fortuzzi: «Che ne pensa, presidente, dell'introduzione di un amministratore delegato?». Rossignolo forse se l'aspettava: «La mole di lavoro nel gruppo è tale da offrire abbastanza lavoro a un presidente e a un amniiiùstratore delegato». «Ma prima - aggiunge - bisogna scegliere dove andare, per decidere il comandante di una nave bisogna stabilire la rotta». Poi si toglie gli occhiali, si passa una mano sulla faccia e si difende: «Quest'azienda va rivoltata come una giacca, non c'è un padreterno capace di gestirla, credo la si debba presidiare con persone esperte nelle sue singole aree di business». Armando Zeni Al road-show sul piano industriale Conti si assume la responsabilità della diffusione dei dati smentiti direttore della Telecom Fulvio Conti A destra, il presidente Rossignolo direttore della Telecom Fulvio Conti A destra, il presidente Rossignolo

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