Vecchi approdi

Vecchi approdi Vecchi approdi Una legge per recuperarli GENOVA. «In Italia ci sono 44 marine per approdi turistici, contro le 300 della Francia e della Gran Bretagna, per non parlare delle 21 mila degli Usa. Non è un problema di opulenza di un Paese: è anche una questione di ordine giuridico». E' soddisfatto per la ripresa del mercato nautico il presidente dell'Associazione dei cantieri da diporto (Ucina), Mario Giusfredi, ma, dopo tanti anni vissuti in Liguria, ha imparato a mugugnare. Aggiunge: «Adesso qualche buona legge c'è: la navigazione libera senza patente nautica per i natanti sino a 12 metri, l'eliminazione di una serie assurda di tasse e balzelli, la liberalizzazione dall'obbligo di certi accessori inutili in rapporto alle distanze da terra. Dobbiamo dire grazie soprattutto al ministero dei Trasporti, che in un paio d'anni ha compiuto un'opera di sburocratizzazione, ma non tutti i ministeri sono allineati...». Giusfredi critica in particolare il ministero dell'Ambiente per la legislazione sui parchi marini, «lo sono d'accordo - dice -. Ci vuole una politica tli difesa e di valorizzazione dell'ambiente. Ma certi divieti sono nemici del turismo e della nautica: un museo serve per mettere al sicuro le opere d'arte, ma anche per farle vedere al pubblico. E qui, invece, si istituisce anche il divieto di balneazione. In questo Paese non c'è mai una via di mezzo». Il caso di Portofino e lo scontro tra il ministro Ronchi e la Regione Liguria bruciano ancora, a quanto pare. Giusfredi però torna sulla questione delle Regioni: «Adesso c'è la legge quadro per recuperare molti vecchi approdi o porti di l'atto inutilizzati. Tocca però alle Regioni intervenire, con progetti, finanziamenti e sburocratizzazioni. La nautica ha soprattutto bisogno di libertà e di leggi agili e intelligenti, altrimenti i porticcioli europei si riempiranno, come già accade, di natanti italiani», [p. 1.1

Persone citate: Mario Giusfredi, Ronchi

Luoghi citati: Francia, Genova, Gran Bretagna, Italia, Liguria, Portofino, Usa