La prima sconfitta per Jospin di Enrico Benedetto

La prima sconfitta per Jospin Gauche assenteista, non passa il provvedimento che legittima le unioni di fatto La prima sconfitta per Jospin No alla legge sulle coppie gay PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con un autogoal politico beffardo e - si mormora - doloso, il governo Jospin fa harakiri all'Assemblée Nationale sulla legge che doveva legittimare le coppie omosessuali, lascendosela respingere da una minoranza scopertasi maggioritaria in aida causa l'assenteismo della Gauche. La Droite esulta. Aspettava da Ili mesi una revanche, anche piccola, sul finora inaffondabile premier. Gliela concede, a sorpresa, un venerdì piovoso rivelatosi nero non solo per Romano Prodi. «E' la Stalingrado della Sinistra» esclama, enfatico, un parlamentare. Non esageriamo. Ancorché la Camera dichiari su mozione rpr-udf - «non recepibile» il progetto legislativo, l'Hotel Matignon intende ripresentarlo all'odg per l'ini; mese. E il primo ministro, scosso dal tonfo ma non intimidito, scende in campo promettendo che impedirà una débàcle bis. La Francia, perplessa, attende. Perché riducendo lo scivolone a un problema «tecnico» significa in definitiva fraintendere la sua portata. Fra le truppe ps covava da tempo la fronda. Quello che i suoi avversari definiscono un «criptomatrimonio gay e lesbico», nocivo alla famiglia, irrispettoso verso la fede cattolica (la Cei francese lo critica con virulenza), anticostituzionali!... non convincerebbe sino in fondo neppure chi dovrebbe es- seme l'araldo: le truppe ps. In specie, i parlarmentari di provincia. Che temendo un'opinione pubblica ostile nel loro collegio avrebbero provato a sabotare l'iniziativa, eclissandosi. La me Solphérino nega. Ma qualcosa di vero parrebbe esserci. Non a caso i Verdi denunciano il tradimento rosa. E l'imbarazzo governativo ne avvalora la diagnosi. Emersa vittoriosa da un un insidiosissimo iter sulle 35 ore, la Gauche inciampa sul «patto di solidarietà civile» (Paesi con dubbia leggerezza. L'aveva difeso, Lionel Jospin, nella lunga esternazione televisiva di giovedì. Spiegando che «non minaccia per nulla le famiglie». L'obiettivo, disse, è semplice: una regolamentazione della convivenza tra due individui che esuli dal matrimonio. Tasse ridotte, accesso facile e poco oneroso ai beni ereditari post mortem, tutela giuridica. Ne potranno beninteso fruire anche gli eterosessuuali. Giacché non è in gioco la natura sessuata del legame, bensì la sua esistenza. Valida argomentazione. Appare tuttavia innegabile come la relativa neutralità della formula nasconda una prima, significativa apertura ai partner- omo. Contro cui moltiplica da mesi gli appelli il cattolicesimo più conservatore. Che per comprensibili motivi Jospin volesse diluirne l'impatto de- sessualizzando il Pacs nulla toghe al programma iniziale. Che prese forma su imput dell'associazionismo gay. Vedendosi avvicinare le Politiche '97, il futuro premier esitava. 11 mondo omosessuale è un feudo per la la Sinistra francese. Valeva davvero la pena alienarsi, proteggendo una categoria fedele comunque al ps, gli elettori più moderati? Lionel Jospin osò. La proposta corrispondeva al suo piano di modernizzazione sociale. L'inserì quindi nella piattaforma politica. E poiché - come ama ripetere polemizzando con Jacques Chirac - le promesse lui vuole adempierle, non restava che attuarla. Ci ha messo oltre un anno. E ciò la dice lunga sulle reticenze della me Solphérino. Ma l'autunno '98 sembrava propizio. Sondaggi record (gli sono favorevoli oltre 2 cittadini su 3), lo rpr e l'udì' pressoché in coma dopo la convulsa primavera politica (Regionali perse e Le Pen che semina zizzania), un'economia in ascesa che stempera gli antagonismi. Invece no. E la sberla fa male. Era quasi patetico - ieri mattina - un solitario, anonimo deputato pei". Inanellava dal podio citazioni greche tirando in lungo il discorso nell'attesa i suoi colleghi ps smettessero di marinare Palais Borbon rientrando nell'emiciclo. Vana speranza. Enrico Benedetto I parlamentari di provincia, temendo di perdere voti nel loro collegio hanno sabotato la votazione in aula Il presidente dell'Assemblée Nationale, Christian Poncelet (a sin.) con Jospin. Nella foto a destra, deputati conservatori contestano la legge

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