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Lauree false vendute a 30 milioni Alla Sapienza Lauree false vendute a 30 milioni ROMA. Una segretaria che inseriva nel sistema informatico dati fantasma e falsificava le firme dei verbali delle tesi. Sei intermediari che «curavano» i rapporti esterni e olio funzionari di varie amnunisl ni/io ni che pagavano 30 milioni ciascuno, In questo semplice modo sono siali «confezionati» otto diplomi di laurea in Scienze statistiche. 'l'utli l'ormalmenle perfetti ma in realtà falsi anche se conforili logalinonlii dalla Sapienza di Roma. A scoprire il «mercato» sono stali gli agenti del commissariato di poli zia dell'università che, dopo por quisizioni disposte dal sostituto procuratore l'ierlraieo Urinili, li.in no denuncialo per corruzione e lai sita materiale e ideologica i laureali «virtuali», tulli rei confessi. La «mente», che lavorava da 20 anni nella segreteria Studenti, inseriva nel compilici- esami o risultati falsi usando la chiave d'accesilo per gli universitari trasferiti da altre fa colia. Le «carriere» poi venivano costruito utilizzando le matricolo de gli studenti che avevano abbondo nato gli studi La prima laurea falsa e ilei I'i'i4, l'ultima del giugno ''ih. «Lo indagini andavano avanti dal '94 afferma il rettore dell'ateneo Giuseppe li'A scenzo ma la prova certa l'abbiamo avuta 1' 11 agosto (mando in una seduta di laurea trovai 10 persone a discutere la tesi ma 11 verbali firmati». «La seconda spia della tnuTa - incalza il prorettore Giovarmi Guarini - quando abbiamo consegnato le pergamene, otto in meno rispetto ai numero dei laureali*. La dipendente dell'università zt.-. incontrava : suoi compratori durante -_-a;rdmari e stata scoperta <::n Le ntam nel sacco) men- fanLiei Per aiess: ha sole pers: _ tost: rtesse sorte e toccai* ar:_ :>-.- StrazioiK prt'riiiitaje z. Roms :: altre amia i dstrano— jicl- oe-i rivi. Grazie a. fàlitzi notturne avvenuto tre giorni ia e sta-: ascesa • versità e solo uno aveva pagato una quota di tasse, 510 mila lire. vii problema - lamentano a Scie/) ze statistiche - è rappresentate d;j quei lenti e imbecilli calcolatori che ci hanno fornito Meglio usare un sistema cartaceo» |g. I.|