Fausto e Armando al gioco delle parti

Fausto e Armando al gioco delle parti Fausto e Armando al gioco delle parti Scambio di ruoli fra i due «ex compagni» IL LEADER E IL SUO DOPPIO MROMA OLTO semplice, perfino lineare:. Cossutta è diventato Bertinotti, e Bertinotti s'è trasformato in Cossutta. Psicopatologia della vita pubblica in caso di scissione. Senza accorgersene minimamente - si presume e si spera - i due leader in via di separazione assumono l'uno le caratteristiche dell'altro. I mezzi di comunicazione di massa, che adorano le rotture più di ogni altro catastrofico evento della politica, completano l'opera rendendo viva la trasfigurazione a costo di lasciare sgomento chi fino a ieri riteneva Cossutta un grigio comunista d'apparato e Bertinotti una specie di ribelle ciarliero e un po' fru-fru. E invece. «Ci sono momenti grida Cossutta con tutti e due i pugni sollevati sopra le orecchie - in cui bisogna non obbedire!». Alla riunione degli «auto-convocati» (altro termine che nella sinistra funge da smonimo di agitatori) l'ex presidente del partito parla di sé («Io sono di quelli che combattono sempre»), e offende anche in terza persona: «Armando Cossutta non è Famiano Crucianelh». Poi si commuove, ex uomo di ghiaccio abituato alle atmosfere felpate del comunismo internazionale, in una situazione che più emotiva e televisiva non poteva essere: lacrime, inni, canti, abbracci, rose rosse e minatori con l'elmetto in testa. Un set che con qualche esperienza barricadera si potrebbe definire tipicamente bertinottiano. E invece Bertinotti che ti fa? Zitto zitto, quatto quatto, questo ex mostro sacro della comunicazione, eroico dominatore di corride catodiche, l'uomo che rivelò in diretta di essere diventato nonno al Costanzo Show e che secondo mia preziosa cronaca del Messaggero (gennaio 1996) si trovava alla «Cabala» per festeg- giare i 50 anni di Leo Gullotta quando Valeria Marini e Pamela Prati si accapigliarono, beh, insomma, adesso Bertinotti ha scoperto le virtù della burocrazia. E senza nemmeno un comunicato stampa o un passaggino in tv ha fatto cambiare le serrature della sede nazionale di Rifondazione, che pure, come resa audio-video, i fabbri al lavoro dengl dangì - in via del Policlini¬ co non sarebbero stati malaccio. Per cui: almeno nella rappresentazione giornalistica di questi giorni Bertinotti prende il posto di Cossutta (che di serrature, ai tempi del Manifesto, deve averne fatte cambiare più di una). Mentre il personaggio Cossutta - o meglio: «Ar-man-do!», come l'invocavano con affetto i «suoi» militanti al Palazzo delle I Esposizioni - tende inesorabil- mente ad occupare uno spazio simbolico finora presidiato da «Fausto». L'ipotesi, infatti, o se si preferisce il gioco mediatico dell'inversione, prevede un Bertinotti non solo assai meno chiacchierone del solito, ma cauto, pensieroso, addirittura grave. Un politico che di colpo si esprime per negazioni: «non immagino nulla»; «non amo iparadossi»; «non vol¬ rei aprire un battibecco». E invoca «la linea», richiama i deliberati degli organi, si appella alla «disciplina di partito». Fuori dal partito nella sua dimensione collettiva, sembra dire questo Bertinotti quasi totalmente «cossuttizzato», non c'è salvezza. Il Cossutta in via di avanzata «bertinottizzazione» dispiega al contrario un'imprevedibile risorsa di soggettività: «Il mio tormento»; «voglio mescolarmi al popolo», «ho sbagliato molto». Quasi uno slittamento d'identità che porta questo anziano e rispettabile bolscevico a concedere per la prima volta frammenti di vita quotidiana come mi senatore del Massachusetts: «Chie¬ detelo a mia moglie e ai miei tigli se volevo ritirarmi a coltivare fiori»; «Negli studi tv c'era molta confusione, c'erano anche delle belle ragazze. Lo dico da nonno, chiaro?». Mica tanto, chiaro. Così come restano ancora mi pochino oscuri i riscontri di mi pubblico così remoto dal inondo cossuttiano, gli incoraggiamenti di Arbore e della Parietti, il consiglio di giocarsi addirittura al Lotto «Armando» (83) e lo «scisma» (49). Alla l'accia della Razionalità della" Storia, del suo doppio incrociato Bertinotti e di questi tempi di provvisoria intercambiabilità. Filippo Ceccarelii II «grigio comunista d'apparato» E l'ex presidente «bolscevico» prende il posto del ribelle ciarliero dice sì (da nonno) alle belle ragazze A ti/* imwvi i Armando Cossutta, Fausto Bertinotti e Oliviero Diliberto ieri sui banchi di Montecitorio A destra: Bertinotti e Cossutta in un'immagine del '96, ai tempi dell'«id111io ■ fra i due leader [FOTO DI M ANTONINI}

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