Lavoro, ecco la via francese
Lavoro, ecco la via francese Lavoro, ecco la via francese Jospin va oltre Prodi, vuole l'europrestito PARIGI DALL'INVIATO Lionel Jospin si smarca da Romano Prodi. Quarantot- t'ore dopo il vertice bilaterale di Firenze, il premier francese preferisce mettere tra parentesi la proposta cara a Palazzo Chigi - finanziare grandi lavori utilizzando le riserve che giacciono nelle banche nazionali puntando, semmai, su un «eu- roprestito che finanzi nuove tecnologie e infrastrutture». Non ne fornisce, per ora, i dettagli operativi. Ma, nella lunga intervista trasmessa ieri dalla tv pubblica «France2», al «piano Prodi» Jospin è parso opporre con dolce fermezza la via francese. Le due idee sono forse in qualche misura coordinabili. E tuttavia, rivendicando il lancio di un «grande prestito europeo» come soluzione ottimale l'Hotel Matignon mostra come la Francia preferisca pro¬ porre che aderire alle iniziative altrui. Jacques Delors può rallegrarsi. Domenica scorsa azzardò ciò che adesso Jospin rivendica, ma in sottordine all'ipotesi Prodi. Il primo ministro inverte la graduatoria. Gli servirà, comunque, l'appoggio degli europartner. Quali? Anche qui, una piccola delusione per l'Italia. Discutendo sull'«Europa Rosa» che l'exploit di Schroeder rende egemonica fra i Quindici, citerà Bonn e Londra ma non Roma. Dando l'impressione che l'asse francotedesco possa evolvere al massimo in triangolo. Per il quadrilatero, bisognerà aspettare. Ammesso che il tempo lavori per la causa italiana. Neppure il fantasma di una crisi politica viene perai tro sbandierato. Martedì il primo ministro transalpino moltiplicò i messaggi solidali con Prodi, ma si era - non dimenti chiamolo - in un tète-à-tète italo-francese. Di rientro in patria, gli interlocutori naturali jospiniani tornano ad essere tedeschi e britannici, [e. ben.] Il primo ministro francese Lionel Jospin
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