La Malfa: il governo dovrà dire sì di Ugo Magri

La Malfa: il governo dovrà dire sì La Malfa: il governo dovrà dire sì «Il Consiglio di sicurezza si è già pronunciato» ROMA. Onorevole La Malfa, la Nato è pronta a intervenire in Kosovo, il governo italiano frena. E* già l'«effetto Cossutta»? «Io non so che cosa farà Cossutta. Ma se il nostro governo si troverà a dover scegliere tra il rispetto dei suoi impegni Nato e l'onorevole Cossutta, secondo me non potrà che scegliere la Nato». Che cosa glielo fa pensare? Romano Prodi, ieri alla Camera, non è stato altrettanto esplicito. «Prodi ha detto due cose. Primo: l'Italia si augura che non sia necessario un intervento multare. Secondo, l'eventuale intervento dev'essere comunque collocato nel quadro delle decisioni "assùnte" dalle Nazioni Unite. Da queste parole del presidente del Consiglio io, personalmente, traggo la convinzione che il governo italiano non si sottrarrà ai suoi impegni verso la Nato». Ci faccia capire, per favore. «Il problema è di natura giuridico-politica. Gli Stati Uniti e la Nato sostengono che l'autorizzazione dell'Onu a un intervento multare nel Kosovo sia già pienamente contemplata dalla risoluzione 1199 del Consiglio di sicurezza, quella che imponeva alla Serbia certi comportamenti poi disattesi, come lo stesso Kofi Annan ha documentato». Dunque, la Nato può sostenere che l'intervento militare sarebbe una conseguenza della vecchia risoluzione Onu numero 1199. E' così? «E' così». E quindi non ci sarebbe bisogno di un nuovo via libera delle Nazioni Unite... «Esatto». Ma nella nuova maggioranza di governo c'è chi sostiene il contrario, che ci vuole una nuova risoluzione Onu che autorizzi l'intervento, altrimenti l'Italia non può aderire. «Sostenere una tesi del genere equivale a dire no all'intervento, visto che questa risoluzione non passerebbe per il veto russo, già preannunciato». Torniamo a Prodi. «Il presidente del Consiglio certamente non ha detto che ci vuole un'altra risoluzione». E Cossutta, in caso di intervento, che cosa farà? «Nei giorni scorsi la sua posizione era stata piuttosto ambigua. Mentre Rifondazione comunista aveva espresso un no assoluto a qualunque intervento militare, con o senza autorizzazione dell'Onu, lui è stato più sfumato. Ma questo, lo ripeto, è un problema suo, di Cossutta». E' anche di Prodi, non crede? «Il governo italiano non può che stare con la Nato. Anche perché, se l'Italia dovesse sottrarsi, la sua maggioranza perderebbe certamente altri pezzi». Quali? «Certamente i repubblicani, ma anche componenti importanti dei Popolari, lo stesso ministro Dini...». La diplomazia italiana sta facendo i salti mortali per fare indossare all'intervento militare i panni umanitari. «Senta, tutti si augurano che l'intervento militare non sia necessario, e nessuno vuole agire al di fuori di un viatico Onu. Ma la sola speranza che Milosevic possa adeguarsi alle richieste del Consiglio di sicurezza è che abbia ben chiara una cosa: se non si adegua, interviene la forza militare». Linea dura, insomma, verso la Serbia... «Il tempo delle trattative è quello che serve a Milosevic per condurre più a fondo la pulizia etnica degli albanesi. E, magari, a far accettare un accordo sulla base del fatto compiuto: la serbizzazione del Kosovo. E quello che la Serbia ha fatto in quel Paese è orrendo. Chi si oppone all'intervento dovrebbe ricordarselo». Ugo Magri