Storie a vapore

Storie a vapore Treni, 1 50 anni in Pièki Storie a vapore ETERNO fascino del treno. Dagli Eurostar di oggi alle vaporiere di ieri al primo convoglio - procedendo a ritroso - che 150 anni fa, nel 1848, inaugurò nel Regno sabaudo la tratta Moncalieri-Torino (poi estesa nel 1853 a Savigliano): in ritardo di due anni rispetto alla linea borbonica NapoliPortici, ma con un primato di chilometraggio confronto agli appena undici chilometri che questa offriva alle emozioni dei primi, coraggiosi viaggiatori. Una Torino molto provinciale ma già proiettata nell'avventura che l'avrebbe condotta a unificare l'Italia nell'arco d'una dozzina d'anni. Una Moncalieri aristocratica per i profumi cortigiani giù dal castello. Una Savigliano tutta rurale nella fertile piana dei frumenti, dei pascoli, prima delle catene collinari d'accesso a Cuneo. Sì: un secolo e mezzo fa, i nostri progenitori conobbero il treno, in Piemonte. Bisognava essere dei temerari ad affrontare una sussultante velocità massima sui quaranta orari, affidati alla presa delle ruote su rotaie abbrancanti una massicciata leggera, distese su traversine di legno tenero. Certo, il materiale rotabile era poco pesante, ma anche da ciò i tanti scrolloni. Definire locomotiva la macchina di traino è un'iperbole, giungendole meglio il nome di caffettiera che le stesse locomotive mantennero fino a mezzo secolo fa su certe linee ancora dell'ultimo dopoguerra, come gli utenti del Canavese e non solo ricordano. Eppure, già allora, macchinisti affumati dalla caligine ma fieri di governare la modesta caldaia, il turrito fumaiolo. Via, palate di carbone dal minuscolo tender al ventre infocato della macchina. E già allora, identico a quello estintosi nel 1976 con la scomparsa dell'ultimo treno a vapore, il buon odore di fumo incantramato che emozionava ogni viaggio, lo sfrigolio delle valvole sugli stantuffi, le mani sicure dei ferrovieri sulle leve di comando in plancia, i volti inteiTogativi dei passeggeri a ogni rallentamento brusco. E stupefatti, i volti della gente che correva a vedere il treno, questa meraviglia che tale rimane per gli scolari delle campagne d'altura in Langa e Monferrato fino agli Anni Cinquanta di questo secolo. I primi appuntamenti galanti, in treno, i primi incontri non programmati sui quali si costruirono fama di rubacuori folte schiere di commessi viaggiatori. I biglietti da forare: pensate un po', fin d'allora da obliterare. Le divise del personale viggiante. La trepida serenità delle stazioncine lungo il percorso. L'orgoglio dei territori attraversati dalla ferrata e le sospettose paure dei sindaci dall'ostracismo facile. Un mondo preistorico. Emozioni irripetibili nella nostra indifferenza d'oggi quand'anche ci mettessero dentro una navicella spaziale. Un mondo ricostruito per alcuni giorni da Savigliano, Moncalieri e Torino, con una serie di manifestazioni commemorative, d'intesa con la Regione Piemonte, le Province di Torino e Cuneo, la Cassa di Risparmio di Savigliano. Annulli filatelici. Mostra itinerante di dieci artisti capaci di ritrarre i viaggi in treno - cioè le emozioni - di allora e di oggi. Esposizione filatelica. Visualizzazione della memoria nell'atrio delle stazioni ferroviarie. Soprattutto, da non perdere, la possibilità di compiere un viaggio Torino-Savigliano sul treno d'epoca a vapore. Basta telefonare in stazione, e via, Signori in carrozza, Signori, attenzione alle mani; si prende posto sulle vetture centoporte di terza classe, in comodissimo legno per sedile. Franco Piccinelli /// allo una .stampa raffigurante, l'inaugurazione ile/trailo di ferrovìa da Torino a Savigliano In basso l'interno della stazione di l'orla Nuovo nel 1900 Treni, 1 50 anni in Pièki Storie a vapore

Persone citate: Franco Piccinelli, Treni