TORINO DEL MIRACOLO

TORINO DEL MIRACOLO TORINO DEL MIRACOLO All'Unione Industriale il terzo ciclo «storico» CON la conferenza di Pier Luigi Bassignana «Quando Torino diventò metropoli» lunedì 5 ottobre, alle 21,15, al Centro Congressi dell'Unione Industriale di via Fanti 17, si apre il terzo ciclo de «La storia di Torino». Gli altri appuntamenti: il 12 ottobre «Una Torino di imprenditori e di operai» con Paride Bugafiori e Stefano Musso; il 19 ottobre «Torino religiosa» con Francesco Traniello; il 26 ottobre «Tra grande guerra e fascismo» con Giuseppe Berta; il 2 novembre «Torino Anni Trenta» con Pier Luigi Bassignana e Michela Rosso; il 9 novembre «Torino in guerra» con Giovanni De Luna; il 16 novembre «La Torino del miracolo economico» con Adriana Castagnoli; il 23 novembre «Torino tra storia e futuro» con Arnaldo Bagnasco e Mario Deaglio. Per il nuovo ciclo de «I MartediSera» dell'Unione, martedì 6 ottobre, alle ore 21 incontro con gli artisti Christo e Jeanne Claude. Con loro, partecipano il sovrintendente Bruno Malara e Ugo Nespolo. Prenotazioni allo 011/571.82.42. TOPINO incominciò a diventare metropoli il giorno stesso in cui cessò di essere capitale. Bisogna infatti rimandare per un istante ai giorni «caldi» del settembre 1864, ai tumulti di piazza repressi con durezza dalle forze dell'ordine, ai morti che vi furono, quando l'intenzione di trasferire la capitale a Firenze diventò di dominio pubblico. In quella circostanza, nonostante la pesantezza delle conseguenze che il trasferimento avrebbe comportato sul piano economico ed occupazionale (perdita della burocrazia e delle attività manifatturiere dipendenti dalle istituzioni: arsenale, officine ferroviarie), la Città rifiutò di piegarsi su se stessa, non si perse in sterili lamentazioni, né invocò sussidi o sovvenzioni. Molto pragmaticamente il Consiglio Comunale nominò al proprio interno una commissione incaricata di indicare quale ruolo avrebbe potuto svolgere Torino in futuro, per sostituire quanto stava perdendo Torino e mantenersi all'altezza del suo passato. La Commissione suggerì di trasfor- mare Torino in città con caratteristiche industriali più marcate di quelle che già pure aveva, sul modello delle città inglesi. Dai lavori della Commissione, sul finire del 1865 scaturì un «appello agli industriali esteri e nazionali», nel quale il Comune, prospettando i vantaggi che sarebbero derivati a chi avesse avviato attività industriali nella città, si impegnava per una politica attiva delle infrastrutture e per interventi di riduzione di dazi e gabelle. Ovviamente, i risultati dell'appello non potevano essere immediati; da quel momento, però, non solo il Comune mantenne gli impegni assunti, ma continuò ad operare con impegno e coerenza per conseguire l'obiettivo. Al centro di questo impegno si collocano le grandi esposizioni organizzate a Torino a cavallo dei due secoli. Attraverso di esse è possibile leggere agevolmente le strategie perseguite per trasformare la Città da capitale politica in metropoli industriale. Strategie che si fondavano essenzialmente su una grande apertura alla modernità unita ad una notevole capacità di anticipazione. Sul recepimento dell'innovazione tecnologica applicata ai nuovi prodotti che l'industria di fine secolo stava immettendo sul mercato (dalla bicicletta, all'automobile, al cinematografo); ma anche sulla capacità di anticipare, ed indirizzare, le grandi svolte della vita politica nazionale. Ma ciò che maggiormente caratterizzò la trasformazione, fu il modo in cui la città seppe assorbire grandi masse di nuovi cittadini ( 100 mila in dieci anni) riuscendo ad adeguare in maniera soddisfacente le strutture essenziali. E di ciò dettero ampia testimonianza le numerose delegazioni straniere che parteciparono ufficialmente all'esposizione del 1911 ed i 7 milioni di persone che la visitarono. Pier Luigi Bassignana Qui sopra uno dei padiglioni allestiti l"r . l'esposizione. mondiale del 1911 4