Scrittore ti voglio parlare

Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare CARO Scrittore ti voglio/amo parlare, è con grande commozione che ci affidiamo alla tua capacità di persuasione... Se sei un po' mago e un po' attore risolvici questo problema di cuore: «PERCHE' A TORINO NON CE' IL MARE?» N.B.: risposte scontate: 1) finché la barca va lasciala andare; 2) cambiate canale; 3) a Torino c'è il Po e non il mare... 615) fumare fa male; 616) no commenti Firmato: A.F.G. (Associazione Future Gestanti), ovvero Simona e Raffaella. Care iscritte all'Associazione Future Gestanti ovvero Simona e Raffaella, perdonatemi per aver tagliato la vostra simpatica missiva (in particolare, per quanto riguarda le «risposte scontate» dalla numero 4 alla numero 614: ho proposto al Direttore un numero speciale di TorinoSette dedicato unicamente alla vostra lettera, ma un suo sguardo è bastato a farmi capire tante cose); per quanto concerne invece l'interrogativo fondamentale, posso soltanto rispondervi che in effetti a Torino il mare non c'era, almeno fino a qualche settimana fa: adesso, però, c'è, anche se non tutti se ne sono accorti. Il mare a Torino - e oltretutto non grigio, freddo, mosso, come succede spesso al Nord - ha fatto la sua comparsa al numero 2 di via Accademia delle Scienze. Per andare al mare a Torino dunque basta prendere un qualsiasi autobus o tram in direzione di piazza Castello, magari fornite di tutte quelle cose che si erano riposte in un qualche armadio al ritorno dalla Liguria o dalla Polinesia (maschera, asciugamani, creme abbronzanti, pinne, stuoie et cetera) e, una volta scese dal potente mezzo, dirigersi volendo anche già in costume da bagno (qui non siamo adAlassio) verso piazza Carìgnano. Il mare è a pochi passi sulla destra, al suddetto indirizzo: aprima vista vi sembrerà di entrare in un tempio dedicato all'abbigliamento, ai dischi, alla fede e alle atmosfere dell'hiphop, ma - a meno che non apparteniate voi stesse a detta tribù interrazziale metropolitana - potrete far finta di nulla e puntare disinvolte a piedi nudi o in sandali verso la luce proveniente dal fondo. Raggiunta la luce, sarete automaticamente al mare. A quel punto potrete fare un bel tuffo. (N.B.: per tuffarvi, vi consiglio di salire in cima al mare; come suggerimento è bizzarro, lo so, ma a Torino sul mare ci si può davvero salire: l'elemento liquido nostrano è difatti stato condensato per motivi di spazio in una serie di scalini, senza nulla perdere del suo meraviglioso colore azzurrino, paragonabile per intensità e trasparenza ai più bei fondali della Sicilia e della Sardegna. Prima del tuffo, però, abbiate cura di indossare un casco da motociclista o un elmetto). Buon trauma cranico e a presto. Caro Scrittore ti voglio parlare, sono Cristina, ho vent'anni, e abitando a Leynì non capisco perché da voi, a Torino, tutte le tabaccherie espongano quelle orrende Moli Antonelliane alte (o basse?) dai 20 ai 40 centimetri. Tu che a Torino ci vivi, hai mai visto qualcuno comprare quegli obbrobri? E, se sì, si trattava di egregi signori con in testa il cappellino della Sindone o di teneri/ fetenti bambini in gita scolastica? Abbracci, Valeria. Cara Cristina, innanzitutto grazie per la fotografia che mi hai spedita assieme alla lettera (ma dov'era Valeria?); a proposito delle Moli Antonelliane, però, sono costretto a invitarti a consultare presso una qualsiasi biblioteca Nazionale o Civica la raccolta della passata serie di TorinoSette: il collega Gabriele Romagnoli svelava infatti nella sua rubrica l'inquietante arca¬ no. Ovvero: la Mole Antonelliana in scala furoreggia nel mercato delle pulci di New York. Facile immaginare, dunque, che i corrieri della mafia facciano la spola tra Caselle e il JFK, gli stomaci imbottiti di Moli Antonelliane ingerite in ovuli di modo da passare i controlli alla frontiera, sia all'uscita dall'Italia che all'entrata negli Stati Uniti. Il sistema degli ovuli è però altamente rischioso forse più nel caso delle Moli Antonelliane che non per il trasporto gastrico di cocaina o eroina. Nel caso di rottura accidentale dell'ovulo, infatti, ti lascio immaginare la difficoltà di evacuazione della preziosa merce di contrabbando, notoriamente assai appuntita. Siccome il traffico delle Moli Antonelliane è gestito dai Corleonesi e dalla Famiglia Gambino, non ho ovviamente mai visto di persona nessuno acquistare detti soprammobili presso alcun tabaccaio. E le non poche volte che ho tentato di portare a buon fine un acquisto in proprio (adorerei possedere una Mole Antonelliana, almeno da quando tramite Romagnoli ho saputo che a New York la cosa è «cool») mi sono sentito rispondere dal tabaccaio di turno «spiacente, ma le Moli Antonelliane che vede sono già state vendute, sto aspettando che il cliente passi a ritirarle». Bisognerebbe insomma che qualcuno indagasse sul racket dei tabaccai. Un abbraccio. Scrittore

Persone citate: Associazione Future Gestanti, Gabriele Romagnoli, Gambino