UTO per ricominciare

UTO per ricominciare UTO per ricominciare EGLI archivi fotografici delle redazioni dei giornali c'è, nella busta destinata a Uto Ughi, la tenera immagine di un bambino di cinque o sei anni, pantaloncini corti e calzette bianche che gli scivolano sulle caviglie: il bimbo imbraccia con tecnica corretta un minuscolo violino e guarda l'obiettivo con aria per nulla intimidita. Naturalmente il piccino in questione è lui, quell'Uto Ughi che già pochi anni dopo incominciò a riempire le sale da musica e a scatenare gli entusiasmi degli spettatori. Il mensile di ottobre dell'Unione Musicale la pubblica, ed è quasi un simbolo della stagione 1998-99 che va a incominciare: una giovane creatura che «nasce» lunedì 5 ottobre, giorno del primo concerto proprio con Ughi, e crescerà settimana per settimana fino a completare la propria «vita» il 2 giugno, con l'appuntamento di chiusura. L'avvio di una stagione è sempre un momento importante e il fatto che l'Unione Musicale la inizi con un personaggio come Ughi è eloquente. D'altronde, ricorda Giorgio Pugliaro, direttore artistico dell'associazione, «dal 23 dicembre 1969 Ughi ha tenuto a oggi 34 concerti come solista o come violinista e direttore per le stagioni torinesi dell'Unione». Un percorso artistico di alto rilievo, dal quale emerge con tutta evidenza il rapporto di affetto che lega il grande musicista alla nostra città. Un affetto ampiamente ricambiato, come dimostra il concorso di pubblico, che è sempre totale e appassionato. Di Ughi è diventato celebre il suono. Naturalmente è il violino a emetterlo, ma tocca al violinista carpirne le potenzialità sonore ed espressive e lui, con quello Stradivari appartenuto a Kreutzer che si ritrova tra le mani ha stabilito un rapporto di simbiosi: è un violino che parla, piange, esulta, soffre e gioisce, è una creatura viva. Qualcuno manifesta riserve su questa, chiamiamola così, generosità di suono che si vorrebbe più attenuata a esempio in Bach. Ma sono parole e basta: perché Bach dovrebbe essere soffocato o rattenuto, con tutte le belle cose che ha da rivelarci? Per questo ascolteremo emozionati, il 5 ottobre alle 21 al Lingotto, la «Sonata n. 2 in la minore BWV 1003» e la «Partita n. 2 in re minore BWV 1004», inframmezzate da 5 «Capricci (n. 1, 6, 9, 13 e 24) di Paganini. Leonardo Osella UTO per ricominciare Uto Ughi eseguirà pagine c/i Bach e Paganini