Un parco per far crescere le biotecnologie

Un parco per far crescere le biotecnologie APPENA INAUGURATO Un parco per far crescere le biotecnologie Presso Ivrea aziende e università lanciano una sfida economico-scientifica UNA vecchia cascina, a pochi chilometri da Torino, con 100 mila metri quadri di sterpaglie, e circa 75 miliardi di finanziamenti. Sono questi i due ingredienti fondamentali di un'avventura iniziata nel 1993 e che ora è una realtà della ricerca e dell'economia del Piemonte: il Bioindustry Park del Canavese, un parco scientifico interamente dedicato alle biotecnologie, che è stato inaugurato il 26 settembre. E' stata una inaugurazione senza troppa grancassa (come si addice a chi è abituato a lavorare più che a far chiacchiere), ma che va sottolineata per almeno tre motivi. Primo: il Bioindustry Park è il primo nel suo genere in Italia ed è stato realizzato con denaro comunitario (Fondo europeo di sviluppo regionale), con fondi pubblici nostrani (Regione Piemonte, Provincia di Torino) e privati (Olivetti, Assindustria del Canavese, Federpiemonte, Rbm). Dunque la dimostrazione che lavorare insieme si può. Secondo motivo: questo parco scientifico è stato progettato come un campus, dove aziende e università lavoreranno a pochi metri l'uno dall'altro mettendo in campo e condividendo ciascuno per proprie competenze, i propri carismi, le proprie risorse. Terzo: perché finalmente anche in Italia gli imprenditori e i politici si sono accorti che le biotecnologie sono uno dei settori strategici per il futuro, e che quindi questo tipo di ricerche vanno sostenute e incentivate. «L'Italia nel settore delle biotecnologie non ha nulla da invidiare agli altri Paesi dell'Unione Europea: nel nostro carnet abbiamo 3226 pubblicazioni scientifiche, 68 brevetti internazionali e la realizzazione di 694 strumenti specifici per il settore», spiega Antonio De Flora, responsabile del Progetto finalizzato per le biotecnologie del Cnr. «Anzi, molti scienziati stranieri ci hanno fatto i complimenti perché tutto ciò è stato reali- zato negli ultimi dieci anni, mentre in Paesi come Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina e Russia, le biotecnologie sono nate nei primi Anni Settanta. Partita in ritardo l'Italia, ha prontamente recuperato e si è messa la passo con le Nazioni più tecnologicamente avanzate. E il Bioindustry Park costituirà un ulteriore volano per questi tipo di ricerche» Situato nel comune di Colleretto Giacosa, nel cuore del Piemonte, a pochi chilometri dall'autostrada che da Ivrea porta a Torino e Milano o, verso Aosta, direttamente in Svizzera e Francia, nel Parco Bioindustriale sono già state realizzate opera per 40 miliardi di lire e tutti finanziamenti saranno spesi entro il 2001, come previsto. Accanto alla ristrutturazione della vecchia cascina e degli edifici annessi (che ospitano i servizi di segreteria, centro congressi, sale riunioni, foresteria, ristorazione, consulenza marketing, finanziaria, legale e ricerca del personale), altri sei edifici costruiti ex novo per un totale di 16 mila metri quadrati sono adibiti a uffici e laboratori. Tutto realizzato con il minimo impatto ambientale e progettato tenendo conto della massima flessibilità, affinché ogni azienda possa personalizzare gli ambienti secondo le proprie esigenze. A disposizione di tutti, inoltre, un sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti speciali, numerosi e costosi macchinari per servizi scientifici d'alto livello (che le piccole aziende non potrebbero altrimenti permettersi) e un'area attrezzata per attività industriale di pre-produzione. Il tutto immerso nel verde, con un grazioso laghetto, il prato all'inglese e le montagne della Valchiusella e la Serra morenica di Ivrea a far da fondale. Al Bioindustry Park le biotecnologie verranno esplorate a 360 gradi: dalla chimica e farmaceutica all'agroalimentare e alla veterinaria, dai diagnostici e cosmetici alla bioin¬ gegneria e all'informatica. E in primavera, senza attendere l'inaugurazione, alcune aziende si sono già insediate e ormai sono 70 le persone che qui lavorano a pieno ritmo (Istituto di ricerche Serono, Osra Informatica, Genesis Development, Sistemi e Tecnologie e Bioline Diagnostici), mentre altre imprese le raggiungeranno entro la fine dell'anno. Per la prima- vera del 1999, saranno 120130 i ricercatori e i tecnici che lavoreranno stabilmente al Bioindustry Park. Tra questi anche il personale del Lima (Laboratorio integrato di metodologia avanzate) realizzato dall'Università di Torino. «Il Lima è una struttura appositamente creata per fare ricerca nel campo biotecnologico - precisa Lorenzo Silengo, presidente del Bioindustry Park - di analisi, avvalendosi di apparecchiature e strumenti all'avanguardia. Il Lima sarà anche sede di formazione permanente per neo laureati e ricercatori che intendono specializzarsi in biotecnologie e nelle metodologie scientifiche orientate alla ricerca applicata nei settori chimico, farmaceutico, diagnostico, biomedicale e alimentare. Soprattutto il Lima sarà una concreta occasione per "modernizzare" la ricerca universitaria italiana e farla interagire strettamente con le industrie». Andrea Vico Nella foto una parte del nuovissimo villaggio scientifico di Bioindustry Park, realizzato in Canavese, nel Comune di Colleretto Giacosa, a pochi chilometri da Ivrea

Persone citate: Andrea Vico, Antonio De Flora, Lorenzo Silengo, Olivetti, Serono