L'asfalto che si beve la pioggia

L'asfalto che si beve la pioggia TECNOLOGIA L'asfalto che si beve la pioggia Modificato con elastomeri, è anche fonoassorbente QUANDO guidate sotto la pioggia, se l'automobile che vi precede non alza spruzzi, state viaggiando su un asfalto di nuova generazione, autodrenante e fonoassorbente. Si tratta di un bitume «arricchito» con un elastomero, stirene-butadiene-stirene, Sbs, che dà al prodotto finale caratteristiche superiori rispetto ai bitumi normali. Questo nuovo asfalto aumenta la sicurezza stradale di un buon 40 per cento: evita il formarsi di pozze d'acqua, le nebulizzazioni, gli schizzi durante i sorpassi che tolgono visibilità, elimina i riflessi luminosi dei fari tanto fastidiosi nella guida notturna, aumenta la tenuta di strada. L'Anas se ne sta già avvalendo per la rete stradale via via che si presenta l'occasione di rifare il manto. Al Centro ricerche Enichem di San Donato Milanese, dove dal 1960 si studiano i diversi tipi di bitume e si sviluppano progetti finalizzati sugli asfalti, ci spiegano come si ottiene l'asfalto Sbs. Al normale bitume si aggiunge una percentuale minima di copolimero stirene-butadiene-stirene, che lo trasforma da massa viscosa e appiccicosa in massa elastica capace di recuperare la sua forma dopo una sollecitazione. Le differenze tra i due bitumi sono evidenti: il bitume tradizionale ha il punto di rammollimento attorno ai 40:50 gradi centigradi e il punto di infragilimento di poco inferiore a zero gradi. Quello modificato invece resiste fino a +85° e -20°. L'asfalto modificato deve il suo effetto drenante alle microcavità che si trovano al suo interno (i vuoti sono circa il 20 per cento). Le microcavità permettono all'acqua di passare attraverso il mantello d'asfalto e di depositarsi sul sottostante strato impermeabile che, grazie alla sua forma a «dorso di mulo», convoglia a sua volta l'acqua in canalino di scolo ai lati della strada. Al di sopra di questo strato filtrante è steso un manto d'usura pure drenante che protegge gli interstizi dall'inta¬ samento di terriccio. Il nuovo asfalto è inoltre più resistente nel tempo di quello tradizionale perché, non ristagnando più acqua sulla superficie stradale, si evita in caso di gelo il formarsi di ghiaccio, fenomeno che invece danneggia l'asfalto tradizionale frantumandolo come vetro. Si risparmia quindi nella manutenzione. L'asfalto autodrenante ha una superficie ruvida, scabra, che, senza danneggiare gli pneumatici, assicura una maggiore aderenza, oltre ad un significativo effetto fonoassorbente. Questo tipo di asfalto è stato provato per la prima volta nell'Autodromo di Monza nel 1960, ma non ha avuto da allora grande diffusione perché più costoso del tipo tradizionale. Oggi, invece, col prevalere di ragioni di sicurezza stradale, di minori costi di manutenzione e anche d'adeguamento agli standard europei, sta conquistando la rete stradale italiana. Pia Bassi

Luoghi citati: Monza, San Donato Milanese