RICOMINCIAMO DAL DINOSAURO di Bruno Quaranta

RICOMINCIAMO DAL DINOSAURO RICOMINCIAMO DAL DINOSAURO LA TERRA DEI DINOSAURI Carola Susani Fe/tr/ne//i pp. 118 L. 20.000 L paesaggio, su tutto. La nostalgia del big bang, la necessità di fare tabula rasa, di restaurare il primitivo scenario. Per ricominciare. Per mseguire, finalmente, il lieto epilogo. Carola Susani trentatreenne, veneta di Marostica, premio Bagutta opera prima con II libro di Teresa - pennella, o forse singhiozza, una seconda storia, La terra dei dinosauri. Romano lo sfondo, una Roma che via via si spoglia di brutture, sozzume, nevrosi, svelando un'identità remotissima, preistorica: «Capita a volte, a Roma e, credo, in nessun altro posto, che la luce separi le cose, che il cielo tomi del suo colore blu cobalto, i palazzi rossi, bruniti o gialli, l'asfalto nero e acquoso: che i volumi si vedano con chiarezza, di nuovo puri, le ombre nette, come disegnate», l gFrancesca e il padre Emilio. La terra dei dinosauri è un lungo, tortuoso, tormentato viaggio alle origini, all'alba dei nostri frammenti. La figlia e il genitore, così simili, così calati in un copione «selvatico», fuori porta. Liberi fino a dimenticarsi. Due dilettanti della vita. Lui bohémien da sempre, un dandy naturale, nonostante le tasche vuote o quasi, ingegnere per inerzia, suonatore di violino, una passione antica: invitare gli amici al caffè e offrire, offrire. Lei non meno smaniosa di scompaginare le trame, di scardinare l'ovvio, di sgretolare la beota crosta borghese, di st apire e perciò incendiare, incenerire. Scegliendo - accade - di entrare nel club dei 144 mila, al secolo, al millennio i Testimoni di Geova. 0 discutendo in stile giamburrasca la tesi di laurea: «Quando mi hanno interpellato, mi sono alzata, ho detto: "Sbaglia: la mia ricerca non porta in nessun posto, non risolve niente"». E intorno a Francesca e a Emilio un valzer di macchiette, di tic, di marionette mosse da burattinai stanchi, logori. Come la madre Alba, una miscela di riflessi condizionati (laica di un comodo laicisimo non esita a sgranare il rosario perché la fanciulla torni nell'ovile cattolico). Come la sorella Ludovica che sposa un elettore missino. Non tanto per scuotere la familiare tradizione di sinistra. Galeotta è la timidezza e la serietà erotica di Umberto: «Quando ci siamo alzati dal letto, lo insultavo, ma ridevo, sapevo benissimo che lo volevo». «Inetti», Francesca e Emilio, eppure inafferrabili, non addomesticabili, arroccati nel sogno, inestirpabile sogno. Lui, eco di quei bambini buonissimi «che dove lo metti resta» (coloro che, una volta adulti, diranno sempre sì salvo comportarsi, sempre, come vorranno). Lei già smarrita davanti a una sigaretta («Le Rothmans le fumavo tenendole in punta delle dita da far ridere chiunque»). Padre e figlia fanciulleschi, quindi destinati ai «nuovi cieli» e alla «nuova terra» dell'epigrafe di Isaia. Cadranno, spariranno a poco a poco, inesorabilmente, le figure di contorno. Francesca e Emilio vedranno scorrere latte e miele, conquisteranno il loro Eden, saranno scelti dalla favola: «Il verde delle piante tutt'attorno è così forte che per un momento mi fa male agli occhi. Gli alberi danno frutti, non solo i fichi, ma i cachi fuori tempo, e gli albicocchi e i peschi...». Bruno Quaranta LA TERRA DEI DINOSAURI Carola Susani Fe/tr/ne//i pp. 118 L. 20.000

Persone citate: Carola Susani, La Terra

Luoghi citati: Marostica, Roma