NELL'ISOLA DI DURRELL C'E' UN UCCELLO BEFFARDO di Masolino D'amico

NELL'ISOLA DI DURRELL C'E' UN UCCELLO BEFFARDO NELL'ISOLA DI DURRELL C'E' UN UCCELLO BEFFARDO L'UCCELLO BEFFARDO Gerald Durrell trad. Maria Azzolini Cuanda pp. 274. 28.000 N'ISOLETTA sperduta ai confini fra il Pacifico e l'Oceano Indiano è quasi un paradiso, coi conflitti paciocconi fra due etnie indigene pigramente seguaci di religioni poco diverse, bonariamente mediati da un saggio re alto quasi due metri e educato a Eton, mentre le potenze - rappresentate da un funzionario coloniale britannico - mostrano scarso interesse per un'economia autosufficiente, basata su di una pianta locale. Sennonché a qualcuno lontano decine di migliaia eh miglia viene in mente di impiantare nell'isola una pista per aerei militari; a qualcun altro, di creare una diga per fornire l'energia elettrica necessaria; e a qualcun altro ancora - un indigeno con più astuzia e meno scrupoli dei suoi compatrioti - di speculare sui terreni e sulle forniture. Nell'isola non c'è nulla che meriti di essere difeso, in quanto i due unici motivi di orgoglio locale sembrano venuti meno da molto tempo: il cosiddetto Uccello Beffardo, già venerato da una tribù, goffo pennuto poco abile nel volo, che finì massicciamente nelle pentole dei francesi all'epoca della loro occupazione e di lui si conoscono solo esemplari impagliati del secolo prima; e il curioso albero Ombu, mai riscontrato altrove, che a quanto pare divenne a un certo punto misteriosamente incapace di riprodursi ne sopravvive un unico campione antichissimo e sicuramente ultimo della specie. Ma ecco che l'ultimo arrivato, Peter Toxglove, giovane e intraprendente funzionario inglese, scopre per caso come contrariamente a quanto tutti credono, sia l'uccello sia l'albero Ombu esistano an¬ cora, e proprio nella zona selvaggia dell'isola destinata ad essere sommersa dalla diga. Ne nasce un conflitto fra ambientalisti e sostenitori del cosiddetto progresso... Questo apologo, scritto da Lawrence Durrell col suo caratteristico piglio umoristico or è poco meno di vent'anni (lo scrittore è morto nel 1995), non ha certo perso di attualità da allora. Rispetto a tanta letteratura ecologica, può sembrare eccessivamente ottimista, che i buoni trionfano senza troppe difficoltà, data anche la scarsa temibilità dei cattivi, avversari da cartoni animati, grotteschi a vedere, lividi e striscianti, antipaticissimi, cora, e proprio nella zona selvaggia dell'isola destinata ad essere sommersa dalla diga. Ne nasce un conflitto fra ambientalisti e sostenitori del cosiddetto progresso... Questo apologo, scritto da Lawrence Durrell col suo caratteristico piglio umoristico or è poco meno di vent'anni (lo scrittore è morto nel 1995), non ha certo perso di attualità da allora. Rispetto a tanta letteratura ecologica, può sembrare eccessivamente ottimista, che i buoni trionfano senza troppe difficoltà, data anche la scarsa temibilità dei cattivi, avversari da cartoni animati, grotteschi a vedere, lividi e striscianti, antipaticissimi, ma in definitiva poco minacciosi; d'altro canto lo stesso Durrell incoraggiantemente annuncia, in una nota dopo la fine della narrazione, di essersi ispirato a un episodio vero, poiché in una valle remota della Nuova Zelanda dov'ebbe modo di trascorrere qualche tempo fu veramente riscoperto il «takahe» o «notornis mantelli», volatile che fino allora tutti credevano completamente sterminato. Non molto originale nella trama, lo scrittore lo è tuttavia nell'ingegnosa soluzione1 al problema di equilibrio ambientale che ha impostato (l'albero Ombu non può riprodursi sen?a l'aiuto dell'Uccello Beffardo: anche di queste incredibili dipendenze Durrell è in grado di fornire esempi tratti dall'osservazione scientifica); inoltre, la sua esperienza di Paesi tropicali imita alla sua nota verve di descrittore di animali, piante e individui bizzarri, crea un ambiente plausibile e divertente per le peripezie di una fauna umana coloniale composta di eccentrici inglesi e di pittoreschi alieni (il capitano greco, l'intrepida missionaria piena di iniziative, il geniale scienziato naturalista) visti dai loro occhi, con un piacevole effetto rétro diretto in particolare ai lettori formatisi su P.G. Wodehouse. Masolino d'Amico L'UCCELLO BEFFARDO Gerald Durrell trad. Maria Azzolini Cuanda pp. 274. 28.000

Persone citate: Durrell, Gerald Durrell, Lawrence Durrell, Maria Azzolini, Peter Toxglove

Luoghi citati: Nuova Zelanda