L'OFFICINA FERNANDEL

L'OFFICINA FERNANDEL L'OFFICINA FERNANDEL Vi debutta Bernardi ERANO angeli. Poi, come in una canzone di Battisti, saranno caduti in volo. O, come nel film berlinese di Wenders, saranno stati abbattuti dalla tristezza umana, metropolitana, di fine millennio, di fine tutto. Erano angeli sono i racconti di Luigi Bernardi appena pubblicati dalla casa editrice Fernandel. Un'«officina» di Ravenna, germinata da una rivista. Giorgio Pozzi, il responsabile, risale agli esordi, giugno 1994: «Fu allora che varammo il periodico. Con un'avvertenza: non arenarsi nelle accademie, rifuggire gli stereotipi letterari, disperdere i linguaggi fumosi. E cosi scegliemmo il nome Fernandel - ispirandoci all'attore francese, certo -, destinato a suggerire un'immagine cordiale, domestica, insieme paterna e severa, in fondo rassicurante». Fernandel l'anno scorso ha generato un nuovo pianeta, nella galassia editoriale. Dieci i titoli fin qui usciti, il primo Villa Baruzziana di Francesca Mazzucato, in arrivo II grande fiume di Dario Voltolini (viaggio intorno al delta del Po) e un'antologia di racconti noir (francesi, messicani, americani, un'escursione, insomma, di là del circuito nazionale). Con il romanzo di Francesco Venturi Polder (una vicenda che si snoda e si decompone tra le feste della Bologna-bene), Erano angeli inaugura l'autunno di Fernandel. Quarantacinquenne, originario di Ozzano dell'Emilia, già direttore di Granata Press, scopritore di Giuseppe Ferrandino (Pericle il nero, ristampato di recente, e con successo, da Adelphi), traduttore di Taibo II, Jonquet e Daeninckx, Bernardi ora debutta in veste di narratore. Come tutori non solo le figure alate: da Castelvecchi, in contemporanea, affiora La foresta dei coccodrilli. In un'intervista rilasciata a Dario Voltolini (Tuttolibri, luglio scorso), Bernardi scalpellava la «visione piuttosto spietata delle cose» che accomuna i capitoli di Erano angeli. Una malinconia (forse neppure una depressione, tale è la lucidità che distingue queste anime perse) pulsa, generazionale, nel mezzo del cammin o poco dopo: «Non hai mai gioito di ogni tua cosa, affannato a ghermire quella successiva. Adesso, appena a metà della tua vita, ti senti già ridotto al confino in una bara, dove rimpiangi la spensieratezza che ti sei sempre negato e dove annaspi alla ricerca di un desiderio che ti prenda per mano». C'è un amore che continua nonostante passi rovinosi e agguati e sordità («Scriverti ha sciolto la bara di gelo nella quale mi illudevo di averti seppellito»). C'è la donna sconosciuta inseguita con i ritmi di una comica, sino alla trouvaille estrema, all'estremo suggello, nel solco, involontario, del «Laureato». E la vita che «non è un cartone», come crede, come forse continuerà a credere Marilù, la bambina che ha domato l'orco con l'innocenza. E il miraggio di Celeste, in uno scenario da diluvio universale, ora neorealistico ora trasfigurato, dominante il richiamo del vuoto, della dissoluzione o, forse, della pietà, l'ancestrale, enigmatico, voluttuoso arpione che è: siringhe, jeans sfilacciati, maglioncini con le maniche innaturalmente lunghe, un refrain cupo, una nenia neanche disperata («E urla urla di niente urla»). C'è una seduta di pulizia dentale esatta e scientificamente sensuale. E il «bozzolo di terrore» dipanato da una zingara. E un benzinaio avvinghiato e roso dal male, che saprà «andare all'appuntamento» con i suoi «pensieri di fantasma». Ecco: Luigi Bernardi, fantasma egli stesso, allestisce una giostra di volti che sono ombre, ombre che si allungano, si dilatano, si avvitano talvolta su se stesse, mai contemplandosi, di sicuro non commiserandosi, semplicemente riconoscendosi. Erano angeli è l'addio a un paradiso impossibile. Epperò non è un rotolare inesorabile verso l'inferno, chissà quale inferno. E' la conquista di un limbo dove aspettare che la felicità artificiale vada in frantumi. «Generazioni ammansite con l'En, rifocillate con il Prozac, l'invenzione umana che più si avvicina a dio, soprattutto quando è assunto insieme all'En, sgrassate con l'Alcover...». Bernardi non ne può più, pare. E noi con lui. Bruno Quaranta ERANO ANGELI Luigi Bernardi PP 122 L. 12.000 Fernandel via Col di Lana 23 Ravenna tel. 0544-401290 ERANO ANGELI Luigi Bernardi PP 122 L. 12.000 Fernandel via Col di Lana 23 Ravenna tel. 0544-401290

Luoghi citati: Adelphi, En, Ozzano Dell'emilia, Ravenna