RILEGGERE KRAUS PER TROVARE DONNE CHE NON ESISTONO PIÙ'

RILEGGERE KRAUS PER TROVARE DONNE CHE NON ESISTONO PIÙ' RILEGGERE KRAUS PER TROVARE DONNE CHE NON ESISTONO PIÙ' SCARSE le letture cosiddette estive, ci si è salvati con le riletture. Del processo (nella vecchia serie Penguin «Famous trials») a John George Haigh, che a Londra nel 1949 uccise un'anziana vedova sgorgata da un romanzo di Agatha Christie, cliente fissa del modesto ma rispettabile albergo dov'era alloggiato anche l'assassino. Movente: rubarle i gioielli e una pelliccia di persiano nera già un po' frusta. Fu preso quasi subito c confessò disinvoltamente, spavaldamente. Era stato più volte in galera e lì s'era messo in testa, consultando certi testi giuridici, che la formula corpus delicti significasse «il corpo del delitto», alla lettera. Niente corpus, niente delitto Così aveva sciolto nell'acido delitto. Così aveva sciolto nell'acido il cadavere della signora e faceva marameo agli inquirenti. Non sapeva, Old Corpus Delieti (come l'avevano soprannominato i suoi compagni di prigione), che la formula si riferisce all'essenza, all'insieme sostanziale e circostanziale di un qualsiasi crimine. Fu lui stesso a fornire all'accusa tutti gli indizi necessari a inchiodarlo al di là di ogni ragionevole dubbio e a farlo impiccare. Ancora una vittima del latinorum, secoli dopo Renzo Tramagli¬ no. Noiosamente appeso alla croce di capolavoro assoluto della nostra letteratura, I promessi sposi si rivela, ogni volta che ridiscende tra noi, un romanzo che ci lascia l'eccitante impressione di non averlo mai letto prima. Stavolta spiccava l'azione, la magistrale capacità di Manzoni di descrivere il movimento, accelerazioni e rallentamenti del passo, corse disperate, scarti, cadute, urtoni, andirivieni, ciondolamenti, quasi sempre col passaggio al presente per accrescere l'effetto d'immediatezza. Esemplare a questo proposito, si sa, è la notte dell'Innominato, agitatissima nelle membra oltreché nell'anima; ma anche il tentato matrimonio di sorpresa cui Don Abbondio riesce a sottrarsi è un modello di fulminea concitazione; anche la marcia a tentoni di Renzo verso l'Adda strappa l'applauso; e il vociante oscillare del tumulto pei il pane a Milano ci scaraventa nel cuore della paurosa labilità di massa come non saprebbero fare un trattato, una teleripresa in diretta. Ci si rammarica che M. non sia qui a descrivere una rapina in banca, uno scontro sull'autostrada, un corteo di squatter. Ma si può sostenere che l'abbia già fatto. Detti e contraddetti di Karl Kraus, rivisitato dopo anni, colpisce per l'alta percentuale di aforismi dedicati alle donne. Niente del genere esiste più; nemmeno sui cartigli dei cioccolatini (che a loro volta non esistono più), a nessuno scritto- re di rango verrebbe in mente-oggi di praticare quest'arte. Non per timore di offrire la testa alla lama del politicàlly correct, crediamo. Piuttosto perché quelle donne (di Klimt, di Schiele, di D'Annunzio, Wedekind, Schniztler) non esistono più? Ma nemmeno esistevano allora, erano quegli artisti a inventarsele, si può obiettare. Manca poi tutto il contesto di tenentmi infatuati, magnati che mandano impressionanti mazzi di rose, baroni che impegnano i gioielli di famiglia per la bellis¬ sima. Manca il valzer nel background, certo. Resta il fatto che mentre le sentenze di Kraus sulla politica, sul giornalismo, la scrittura, la guerra, u progresso ecc. suonano di scorticante attualità, le sue donne appaiono datate. «Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze!». «Le donne hanno le toilettes. Ma gli uomini con che cosa possono coprire il loro vuoto?». «Nulla è più insondabile della superficialità della donna». Il femminismo penserà di essere stato lui a spazzar via questa visione serica, profumata e.temibile della donna guardata attraverso un binocolo di madreperla. Ma tutto era già finito nel 1939 (Seconda guerra mondiale). Rispetto alla Garbo e a Marlene che ancora la prolungarono nel cinema, la Lollobrigida e la Loren erano già vistosamente intrattabili dall'aforisma e la stessa «mitica» Marilyn non era in grado di associarsi plausibilmente a battute come «Bisogna distinguere tra donne colpose e dolose», oppure «Talvolta la donna è un utile surrogato dell'onanismo. Naturalmente ci vuole un sovrappiù di fantasia». Quel particolare tipo di attenzione creativa, insomma, è sparito per sempre insieme alle ghette, alla bombetta, al bastone di malacca. Sopravvive il polveroso detto «cherchez la femme», ma chi la cerca è il procuratore Starr, che trova Monica I^winsky. Carlo Frutterò Franco Lucentini Madri, figlie o amanti che oggi piacciono solo al procuratore Starr Karl Kraus: affascinante rileggere oggi gli aforismi contenuti in «Detti e contraddetti»

Luoghi citati: Londra, Milano