Moser: nessuno si droga senza capire ciò che fa

Moser: nessuno si droga senza capire ciò che fa NUOVI ALLARMI Stop alla Pippig, «Gianetti poteva morire» scrive Le Monde Moser: nessuno si droga senza capire ciò che fa Non è credibile che un atleta professionista assuma sostanze «vietate» senza esserne consapevole: parola di Francesco Moser. L'ex iridato di ciclismo suggerisce la massima severità per spazzare via le ombre del doping dallo sport: «Non è possibile consentire alcuni farmaci e altri no, perché medicinali oggi ritenuti innocui potrebbero successivamente essere vietati. Vengono prodotti sempre nuovi medicinali e chi deve fare i controlli si trova sempre a inseguire». Anche per esperienza diretta: ai tempi dell'attività agonistica, infatti, Moser fece ricorso all'aliora consentita autotrasfusione, «poi l'hanno vietata». «Eppure - aggiunge - è una cosa che non fa male a nessuno e il medico la consiglia se si deve fare un intervento, non ha controindicazioni». A proposito di ciclismo, sono di ieri le rivelazioni del quotidiano francese «Le Monde», secondo il quale il grave malore che colpì l'8 maggio, durante il Giro di Romandia, la svizzero Mauro Gianetti fu dovuto all'uso di Pfc (perfluorocarbone). Gianetti arrivò all'ospedale di Losanna in condizioni tali che i medici pensarono «che non se la cavasse». Rimase tre giorni in coma e due settimane in ospedale. E di ieri sono altre due notizie inquietanti. Ute Pippig, 33 anni, maratoneta tedesca, è risultata positiva al testosterone ed è stata squalificata per due anni. In Germania è invece morto un giocatore di 29 anni di hockey ghiaccio. Colpito da insufficienza cardiaca mentre sedeva in panchina, il canadese Morni dei Berlino Capitals è stato portato in ospedale, dove i medici hanno soltanto potuto constatare la morte. Secondo il medico Heepe il decesso è dovuto probabilmente all'assunzione di sostanze dopanti.

Persone citate: Francesco Moser, Gianetti, Mauro Gianetti, Moser, Pippig

Luoghi citati: Germania