Zoff: «Mi va bene anche un Del Piero così» di Roberto Beccantini
Zoff: «Mi va bene anche un Del Piero così» LA NAZIONALE AL LAVORO Oggi gli azzurri a Udine, dove sabato sera affronteranno la Svizzera per le qualificazioni europee Zoff: «Mi va bene anche un Del Piero così» Alex partirà ancora titolare: vedrete, un gol e mi sblocco FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Del Piero. L'operazione recupero continuerà a Udine. Dopo Cesare Maldini, che gli dedicò il Mondiale, ci prova Dino Zoff, che già lo aveva impiegato a Liverpool, preferendolo a Roberto Baggio. La partitella in famiglia non offre altri indizi che non siano quelli di un Del Piero all'inseguimento di se stesso, sempre, e sempre di più, con Chiesa e Totti pronti a invaderne la tana. E' l'unico, lo juventino, a disputare solo un tempo: il primo. Affaticamento muscolare al polpaccio destro. Era nei patti. Squadre miste, un'ora di vigoroso batti e ribatti, riserve in vantaggio su rigore (Chiesa), titolari a segno nel finale, carambola di Inzaghi, incornata di Panucci, entrambi su servizi di Totti che, nel frattempo, aveva rimpiazzato Del Piero. Meglio un galoppo così, per informale che possa essere, che non le spassose abbuffate contro squadrette sin troppo compiacenti. Meglio guardarsi negli occhi che non affogare nell'ovvio. Zoff non declina la formazione, salvo la- sciarla intuire «a grandi linee». Più impegnato di Toldo, Buffon si oppone in bellezza a Ventola, due volte, e a Bachini. La fisionomia della difesa non dovrebbe scostarsi molto dall'assetto sperimentato: Panucci, Cannavaro, Maldini, Pessotto. ((Anche Torricelli è andato bene», chiosa un et in vena di coccole. A centrocampo, gli esterni dovrebbero essere Fuser e Di Francesco, i centrali Dino Baggio e Albertini, più tonico e intraprendente dell'ingessato Di Biagio. Zoff parla di buon allenamento, di ritmo, di determinazione, di luci e di ombre. Ha molto apprezzato l'agilità di Chiesa, a suo agio sia come punta d'appoggio che da tornante. Chiesa sembra più vicino a Del Piero di Totti, elogiato al pari di Ventola la cui esuberanza ha fruttato un rigore (fallo di Cannavaro) e non trascurabili abbordaggi. «Un gol, e mi sblocco», sospira Del Piero. Ventinove minuti per una punizione a fil di traversa: tutto qui. Zoff prende il problema per le corna: ((Alessandro è il primo a sapere di non essere al massimo, ma neppure stavolta l'ho visto giù. Scrivere che non esiste, lo trovo per lo meno stravagante. Ciò premesso, a me basterebbe il Del Piero di Liverpool. A voi non piacque, a me sì. Ci sono giocatori che servono la causa anche quando faticano a ritrovarsi, o non riescono a esprimersi compiutamente. Non sono uno di quelli che recuperano i titolari lasciandoli a riposo. E' una teoria che rispetto, per carità, ma non condivido». Zoff appartiene alla scuola bearzottiana, secondo la quale gli elementi basilari, non importa se cigolanti, vanno difesi e sostenuti a oltranza. Ai Mondiali argentini del '78, Tardelli non stava in piedi. Bearzot lo guarì spremendolo, non rinunciandovi mai. Sono poi i risultati a stabilire l'efficacia della terapia. Del Piero ci è abituato. Su azione, non segna dal 26 aprile. A Roberto Baggio sono subentrati Totti, Ventola e Chiesa. «Detesto i privi¬ legi, la concorrenza aiuta a stare sempre sul chi vive. Nello stesso tempo, non conosco un tecnico così miope e autolesionista da far giocare uno che non la prende mai». La Nazionale è con lui, a cominciare da Inzaghi: «Non sono nella sua testa, ma sento che si sbloccherà». Totti, polpaccio ok, recita con simpatica ruffianeria la parte del «delfino»: «Sono pronto a tutto, ma se posso scegliere, allora dico: seconda punta». Ventola studia da Vieri. «La stazza c'è, il coraggio pure», sibila Zoff. Maldini centrale si è disimpegnato benino. Fra i rincalzi, o presunti tali, ha impressionato il fervore di Giannichedda. Oggi trasferimento in un Friuli flagellato dalle piogge. Zoff ritorna a casa. Un motivo in più per immaginare una Nazionale Inzaghi in azione capace, contro la Svizzera, di sprigionare emozioni, soprattutto adesso che il doping ci ha cambiati dentro e fuori. Con il Galles, il 5 settembre, il battesimo risultò grigio: ci furono i gol di Fuser e Vieri, non il gioco. Normale, visto il rodaggio. Sabato, si riparte da Del Piero. Non è una novità. Non è un azzardo. E' un atto di fede. Roberto Beccantini Inzaghi in azione nella partitella di ieri a Coverciano
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