Con Brook in viaggio nel cervello
Con Brook in viaggio nel cervello Al Piccolo Teatro Con Brook in viaggio nel cervello MILANO. Il teatro non può cambiare la società: è invece una relazione molto speciale tra il pubblico e un gruppo di persone che sentono il bisogno di unirsi per capire meglio una parte dell'esistenza. In queste parole è sintetizzata tutta la concezione teatrale di Peter Brook, il grande regista, fondatore del Theatre des Bouffes du Nord a Parigi, che oggi a Milano ha parlato dei suoi tre capolavori che il Piccolo Teatro ospiterà nei prossimi mesi: «Je suis un phenomene» (10-23 ottobre, al Teatro Studio), il film «The Mahabarata» (16 novembre, al Nuovo Piccolo) e il «Don Giovanni» di Mozart (sempre al Nuovo Piccolo, dall' 11 al 30 dicembre). Indaga sui meccanismi del cervello umano, sul mondo delle condizioni neurologiche «Je sui un fenomene», che parte da un libro del medico russo Alexander Lurija sulla storia di un uomo incapace di dimenticare. «Sono convinto - ha detto Brook, elegante 73enne dallo sguardo limpido e profondo, già regista di «L'homme qui», tratto da un libro di Oliver Sacks - che il cervello umano sia un soggetto misterioso che interessa tutti». La storia vera di Solomon Cercevskij, che a 42 anni scopre di avere una memoria prodigiosa e diventa fenomeno da baraccone, è per Brook metafora del teatro. «Viveva in una condizione di sinestesia - ha spiegato -. Ogni sensazione visiva scatenava la simultaneità degli altri sensi. Proprio come accade in teatro, dove la totalità è presente in ogni istante», [s.n.]
Persone citate: Alexander Lurija, Mozart, Oliver Sacks, Peter Brook, Solomon Cercevskij
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