Tv digitale, arriva il giorno della Rai di Luigi Grassia
Tv digitale, arriva il giorno della Rai TLC Viale Mazzini con Rossignolo e Murdoch o con Canal Plus. Polemica Conti-Zaccaria Tv digitale, arriva il giorno della Rai Telecom: subito un incontro fra tutti i candidati ROMA. Dovrebbe finire fra oggi e domani la lunga e tormentosa stagione dei dubbi sulla «piattaforma digitale», il nascente superpolo italiano delle tv via cavo e via satellite. Ma su come finirà, fino a ieri sera si facevano ancora illazioni e si litigava. Tutto dipende dal consiglio di amministrazione della Rai che ha la questione all'ordine del giorno. Nelle settimane scorse viale Mazzini aveva fatto sapere di poter accettare l'idea, sia pure a condizioni restrittive, di un accordo con Telecom Italia, il gruppo Murdoch e i francesi di Tf 1 ; oggi il sì può diventare ufficiale. Ma poi ha preso corpo un'altra rivoluzionaria ipotesi, quella di un accordo fra Rai, Canal Plus (ora legata a Berlusconi in Tele+) e Wind (che associa nella telefonia Enel, Deutsche Telekom e France Télécom). Tutti gli interessati smentiscono, ma le voci non tacciono. Per cui, ieri, il direttore generale di Telecom, Fulvio Conti, ha scritto una lettera al suo pari grado in viale Mazzini, Pierluigi Celli, chiedendogli un incontro per oggi, «aperto a tutti i partner» (compresi quindi Murdoch e Tfl), «con l'obiettivo di definire un accordo conclusivo», e in più lamentando iniziative Rai «incoerenti con la composizione degli interessi complessivi del progetto» e invitando la stessa Rai a smentire voci di suoi accordi con Canal Plus. L'invito a decidere è ultimativo, per la «pressione competitiva esercitata dalla piattaforma concorrente - cioè Tele+ - e in particolare per rispettare i tempi di negoziare dei diritti televisivi del calcio». Già prima che si sapesse della lettera, la giornata era stata all'insegna della polemica tra Conti e il presidente della Rai, Roberto Zaccaria. Conti ha infatti dichiarato: «Siamo in buoni rapporti con la Rai. Ma per noi è importante entrare comunque nel settore multimediale. Per cui se l'accordo non fosse realizzabile, riprenderemmo la libertà di muoverci e porteremmo avanti l'iniziativa da soli». Zaccaria (che in serata ha avuto un summit con il ministro delle Comunicazioni Maccanio) ha ribattuto: «Noi preferiamo lavorare con chi ci ama tanto da ritenere indissolubile il legame». Contattate al telefono, fonti di viale Mazzini commentavano: «Fare la piattaforma digitale senza di noi sarebbe difficile. Il gruppo Murdoch aveva cercato come soci noi, ancora prima di Telecom, e senza la nostra presenza Murdoch avrebbe problemi a sdoganarsi in Italia». Senza dubbio un progetto ambizioso come la piattaforma digitale richiede un'ampia coalizione di forze. Nell'ipotesi numero uno (Rai più Telecom più i partner stranieri), per mantenere un controllo italiano sulla tv, viale Mazzini chiederebbe una holding fifty-fifty con la Telecom, la quale possiederebbe il 51% di Stream - la società del gruppo di Rossignolo attiva nella tv digitale mentre il 49 andrebbe a Murdoch e Tfl. Nella seconda ipotesi di alleanze (viale Mazzini con Canal Plus e Wind) alla piattaforma di Telecom, Murdoch e Tfl mancherebbe l'apporto della Rai, che sarebbe forse sostituita (siamo ancora alle illazioni) dal gruppo Cecchi Gori. Sempre ieri Conti ha smentito che Telecom studi la fusione con Tim (cellulari). Molte delle nebbie dei «si dice» su Telecom dovrebbero diradarsi da domani, quando il presidente Rossignolo awierà a Milano il road-show per illustrare l'atteso piano industriale 1998-2001. Infine il presidente di ltalgas, Piero Maliardi, ha confermato che «ci sono trattative» tra i consorzi Picienne (di cui è socio il suo gruppo) e Telon per partecipare insieme alla gara per il quarto gestore dei telefonini. Luigi Grassia
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