Consumi in lieve aumento di Francesco Bullo
Consumi in lieve aumento ISTAT A luglio vendite al dettaglio +4% grazie alla grande distribuzione Consumi in lieve aumento La Confcommercio: «E' stagnazione» ROMA. Le vendite del commercio al dettaglio hanno registrato in luglio un aumento tendenziale del 4% (rispetto cioè allo stesso mese dello scorso anno), il più elevato negli ultimi dodici mesi. L'incremento delle vendite è dovuto principalmente alla grande distribuzione che ha segnato una crescita del 5,8%, mentre per le imprese che operano su piccole superfici il progresso è stato del 3,6%. Nei primi sette mesi dell'anno l'aumento è del 2,8% rispetto all'analogo periodo '97. Sono cifre che comunque non soddisfano i commercianti. Per la Confcommercio, infatti, si conferma la stagnazione dei consumi e si consolida l'ipotesi di una consistente riduzione della crescita del Pil (prodotto interno lordo) nel biennio 1997-98, inoltre l'associazione mette in rilievo che sono particolarmente penalizzate le imprese al di sotto dei 6 dipendenti. La Confesercenti, invece, parla di una «lieve ripresa delle vendite al dettaglio» ma confermano «il divario tra piccola e grande distribuzione» e il suo presidente, Marco Venturi, mette l'accento su una crisi di governo che rischierebbe di aggravare il «difficile momento di ristrutturazione del settore». Ma vediamo nel dettaglio i dati forniti dall'Istat. Le vendite di prodotti alimentari a luglio sono cresciute del 3,4%, mentre quelle di prodotti non alimentari del 4,3%. Per entrambe le tipologie l'aumento risulta più elevato nella grande distribuzione (rispettivamente +4,6% e +7,5%) che nelle imprese di piccole dimensioni (rispettivamente +2,9% e +3,9%). I gruppi di prodotti caratterizzati dai più elevati aumenti tendenziali sono stati calzature, articoli in cuoio e da viaggio ed elettrodomestici (+5,2%). L'aumento più contenuto si è registrato invece per foto-ottica e pellicole (+2,5%). Nei primi sette mesi dell'anno, invece, i gruppi con i maggiori aumenti sono risultati i prodotti farmaceutici e radio, tv, registratori, informatica (+3,8%), mentre la crescita più contenuta è stata registrata da generi casalinghi durevoli e non durevoli (+1,9%). Preoccupata la Confcommercio che, in una nota del suo Centro Studi, risponde ai numeri dell'Istat con altri numeri, sottolineando che «le vendite continuano a segnare il passo: in termini reali, al netto cioè dell'inflazione, il fatturato del commercio al dettaglio è infatti cresciuto nel periodo gennaio-luglio 1998 di appena l'l% rispetto allo stesso periodo del 1997. Particolarmente penalizzate risultano le imprese al di sotto dei sei addetti, il cui peso sul mercato è di poco inferiore al 75%, per le quali si può senz'altro parlare di stagnazione. La variazione nei primi sette mesi è stata infatti pari ad appena lo 0,3%. Continua invece il trend significativamente positivo della grande distribuzione - aggiunge la Confcommercio - le cui vendite sono cresciute nel periodo considerato del 2,8%». «Il dato generale - conclude il Centro Studi - conferma il rallentamento dell'economia, come ha riconosciuto lo stesso governo rivedendo al ribasso la previsione di crescita nella Relazione programmatica, soprattutto se i consumi delle famiglie si manterranno su di una dinamica prossima a quella evidenziata dalle vendite al dettaglio». Francesco Bullo I! presidente della Confcommercio Bilie
Persone citate: Marco Venturi
Luoghi citati: Roma
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