Malpensa, l'ultimo affondo di Burlando
Malpensa, l'ultimo affondo di Burlando Rinviato di qualche ora il varo del decreto bis per l'aeroporto lombardo. Il ministro: tireremo dritti Malpensa, l'ultimo affondo di Burlando Partito il ricorso contro Bruxelles ROMA. Guerra o pace. Proseguono i combattimenti, ma proseguono anche le trattative per Malpensa 2000, il nuovo aeroporto milanese la cui apertura è annunciata per il 25 ottobre. Il ministro dei trasporti Claudio Burlando è pronto a emanare oggi un decreto-bis per consentire l'inaugurazione dello scalo con il trasferimento di una quota consistente di voli da Linate, intorno ai due terzi. Il decreto era atteso per ieri sera e per tutta lagiornata è stato visto come un nuovo, duro atto dello scontro con il commissario europeo ai trasporti Neil Kinnock che giudica lesivo della concorrenza spostare tutti i voli alla Malpensa in mancanza del completamento dei collegamenti autostradale e ferroviario con Milano. Ma la divulgazione della notizia di ritocchi al decreto e soprattutto l'annuncio dello slittamento del varo hanno fatto parlare di improvvisa ripresa del dialogo, anche se in un clima di nervosismo. Durante la giornata, infatti, Kinnock aveva già fatto sapere di non poter escludere un verdetto negativo anche per il decreto bis (dopo la bocciatura del primo avvenuta il 16 settembre) anche senza ricorsi da parte delle compagnie aree. Burlando aveva reso noto di aver presentato il 3 ottobre, con l'Avvocatura generale dello Stato, un ricorso alla Corte di giustizia europea contro lo stop al primo prowedimento. Insomma Burlando e Kinnock rivali, ma anche negoziatori. Lo slittamento della firma del decreto bis è motivato ufficialmente con l'esigenza di comunicare il testo al commissario. Comunque è filtrato dopo un incontro fiume (addirittura un'ora e quaranta in una giornata decisiva per le sorti dello stesso governo) awe nuto a Palazzo Chigi tra il presiden te del consiglio Romano Prodi e il ministro. Ma quali sono i margini della trattativa e i possibili sboc¬ chi? Il punto fondamentale della disputa è ora la quantità di voli che le compagnie devono trasferire da Linate a Malpensa 2000. Il ministro avrebbe pensato di consentire la permanenza a Linàte del 33% dei voli. Temendo un irrigidimento pregiudiziale di Kinnock, non si è escluso di scendere al 30% come proposto nei giorni scorsi. Ma il commissario chiede il 38%. E' possibile arrivare a una soluzione intermedia tra il 30 e il 38? Il secondo punto in discussione è la flessibilità, cioè la libertà delle compagnie di scegliere quali voli tenere a Linate e quali spostare a Malpensa. Burlando vuole riconoscere la possibilità di scegliere solo i due terzi dei collegamenti da non trasferire. Crede che con la libertà totale, invocata da Kinnock in nome della concorrenza, a Malpensa andrebbero gli scarti, cioè i voli meno importanti: quelli che non riguardano gli hub, gli scali fondamentali per lo smistamento del traffico come Londra o Francoforte. Il terzo punto consiste nella cosiddetta clausola di garanzia: Burlando accetta che le piccole compagnie conservino tutti i voli a Linate, individuando il numero minimo di collegamenti per i quali non si dispone alcun trasferimento. Kinnock vuole che questa soglia minima venga applicata a tutte le compagnie, in aggiunta alla quota percentuale di voli conservabili. Mentre Burlando si mostrava intenzionato ad andare comunque avanti con il decreto bis e Kinnock appariva risoluto a bloccargli la strada, la discussione si è concentrata anche sui tempi del trasferimento dei voli. Il decreto bis, dovrebbe prevedere una prima fase, immediata, rappresentata dalla conferma del 30-33% dei voli a Linate; così sarebbero trasferiti a Malpensa quasi 10 milioni di passeggeri sui 14 e mezzo che decollano da Milano o vi atterrano. Poi dal primo giugno 1999 si scenderebbe al 20%. E dal primo gennaio 2000 a Linate resterebbero solo i collegamenti Roma-Milano: è questa, quindi, la data del pieno funzionamento del nuovo scalo. Le tappe immaginate sono rapportate all'ultimazione delle infrastrutture: la terza corsia della Milano-Laghi è attesa per gennaio 2000, la ferrovia Malpensa Express per giugno 1999. Ma proprio l'inadeguatezza dei collegamenti attira su Burlando una serie di critiche anche in Italia. La Confcommercio ritiene che per ora la mobilità è compromessa: «Chi si reca a Milano da una città del Sud sarebbe gravemente penalizzato». La Legambiente teme che lasciare solo il 33% dei voli a Linate significhi «sovraccaricare» Malpensa che in realtà non è in grado «di svolgere le sue funzioni». Roberto Ippolito to è tutt'altro che rapido: «Il testo dovrà essere esaminato spiega la portavoce di Kinnock e bisognerà chiedere il parere delle Direzioni generali interessate, poi bisognerà convocare il comitato consultivo dei Trasporti, ci vorrà una riunione speciale dei capi di Gabinetto, poi la consueta riunione settimanale degli stessi capi di Gabinetto e infine la Commissione prenderà la sua decisione». Così, nonostante la portavoce del Commissario assicuri che «faremo al più presto possibile, perché la Commissione vuole che Malpensa apra e che sia un successo», spiega anche che «non è serio» da parte dell'Italia pensare che in questo lasso di tempo le compagnie spostino i voli da Linate a Malpensa. Ma quali sono gli scenari possibili? La decisione della Commissione dovrebbe arrivare nella riunione del 21 ottobre. Una bocciatura consentirebbe a tutte le compagnie che rifiutano il trasferimento a Malpensa di impugnare immediatamente il provvedimento di fronte a un tribunale italiano ottenendo che sia «congelato» e restando a Linate. Se invece la Commissione dovesse decidere che il decreto è in linea con il diritto comunitario, allora il trasferimento partirebbe da lì a quattro giorni, con problemi organizzativi che è facile immaginare. Nel bene o nel male, comunque, Bruxelles si pronuncerà sul decreto, anche se non dovesse ricevere esposti come è accaduto invece nel caso del primo decreto - da compagnie aeree che si ritengono discriminate. «Ormai è una questione sulla quale va fatta chiarezza», spiega la portavoce di Kinnock. Francesco Manacorda li ministro dei Trasporti Claudio Burlando
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