Greenspan vede nero per l'economia di Stefano Lepri

Greenspan vede nero per l'economia Gli analisti stimano un nuovo calo dei tassi Usa. Tietmeyer: non ci muoviamo, tocca agli altri Greenspan vede nero per l'economia E il dollaro ai minimi precipita sotto le 1600 lire WASHINGTON dal nostro inviato «Siamo di fronte a forze sconosciute» dice Alan Greenspan: il più importante banchiere centrale del mondo, e anche il più stimato, ammette le sue difficoltà a interpretare la crisi finanziaria che dilaga. In concreto, le parole che il presidente della Federai Reserve ha pronunciato a una associazione di economisti segnalano la possibilità che i tassi di interesse americani scendano di nuovo nel giro di un mese. Mentre nel frattempo Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank, conferma che non ridurrà i tassi tedeschi prima che sia completata la convergenza dell'area Euro (con ribassi in Irlanda, Italia, Portogallo e ancora in Spagna). L'effetto combinato delle due prese di posizione ha mandato il dollaro al ribasso e il marco al rialzo (in lire, la moneta americana è scesa da 1622 a 1594, sotto quota 1600 per la prima volta da molto tempo). E resterà questa la storia nelle prossime settimane, sui mercati valutari. Il marco tedesco viene ormai inteso come sostituto dell'Euro e risente delle condizioni monetarie in tutta l'area Euro o Eurolandia a 11. Di qui l'insistenza di Tietmeyer, in una intervista al settimanale tedesco Die Zeit, sul senso della convergenza dei tassi nell'area Euro: «La Spagna ha appena ridotto. Molti ritengono che questo non abbia a che fare con la Germania: è un errore». Attese di calo dei tassi americani potranno spingere il marco a un rialzo anche eccessivo; la Bundesbank però non potrà contrastarlo calando a sua volta i propri tassi (che tra l'altro, come ricorda Tietmeyer, sono già molto bassi) perché complicherebbe la necessaria convergenza nell'area Euro entro il 31 dicembre. L'Euro rischia di partire non solo forte, che è una buona cosa, ma troppo forte rispetto al dollaro. In una certa misura, Tietmeyer sconta un rafforzamento «nella fase iniziale»; ma non perde mai occasione di incitare i quattro Paesi di cui sopra a far presto. Fuori dalla convergenza Euro, ieri gli operatori finanziari si domandavano se a seguito del G7 ora calerà i tassi la Gran Bretagna; si sono diffuse voci che non lo farà. «Questo è un periodo in cui la politica monetaria deve essere particolarmente attenta» ha detto Greenspan: «Un forte mutamento nelle scelte degli investitori, dagli impieghi a rischio verso la liquidità e la sicurezza, ha esasperato i problemi nei mercati esteri, dove le tendenze deflazionistiche restano potenti, e si è comunicato ai mercati finanziari degli Stati Uniti». Una carenza di credito negli Usa «non si avverte ancora», ma «per le imprese sta diventando più difficile provvedersi di capitale». «Non avevo mai visto nulla di simile» sostiene Greenspan, riferendosi al differenziale di rendimento che si è aperto tra certe emissioni obbligazionarie e gli impieghi sicuri come i titoli del Tesoro statunitense. C'è un mutamento «psicologico» di cui è difficile valutare la persistenza e l'ampiezza. E' una situazione «fluida», che se¬ condo il presidente della Federai Reserve potrebbe evolversi in diverse direzioni. Peraltro «è assolutamente ovvio che le prospettive per l'economia americana nel 1999 si sono sensibilmente deteriorate per gli eventi che sono seguiti alla svalutazione del rublo e alla decisione russa di rinviare il pagamento dei debiti». Si sono rivelate errate le previsioni di prima dell'estate, secondo le quali la crisi asiatica si stava estinguendo; c'è stato «un impressionante cambiamento nei profili di rischio nel mondo». Il calo delle quotazioni di Borsa ha finora ridotto la ricchezza finanziaria per circa 1500 miliardi di dollari; «non sappiamo ancora quanto continuerà» e quanto avrà effetto sulle spese dei consumatori e delle imprese. Al momento tuttavia, ha sottolineato Greenspan, «l'attività economica negli Stati Uniti è ancora florida» e il mercato del lavoro non mostra segni di aumento della disoccupazione; si avverte solo qualche «episodico indizio» di rallentamento. . Un segno buono è venuto ieri dal Giappone, con una schiarita in Parlamento sul piano di salvataggio delle banche che ha spinto lo yen a un forte recupero sul dollaro (movimento, questo, senza controindicazioni, diversamente dal calo del dollaro rispetto al marco). Gli americani restano preoccupatissimi della condizione delle grandi banche giapponesi, anche perché sospettano che i loro bilanci ufficiali non rappresentino esattamente la realtà dei loro conti. Un'altra notizia rassicurante è che, come da qualche giorno si attendeva, al Congresso degli Stati Uniti si è raggiunto un compromesso sul finanziamento al Fondo monetario. 118 miliardi di dollari dell'aumento di quote spettante agli Usa potranno così essere versati, con la condizione di una riforma delle istituzioni finanziarie internazionali. Prima della chiusura ufficiale dell'assemblea Fmi, oggi, si allontana così il rischio di una immediata carenza di risorse per il sostegno ai Paesi in difficoltà. Stefano Lepri LA RIMONTA EUROPEA IL TASSO DICAMBIO ECU/DOttARO DALL'OTTOBRE 1997 ottobre 1997

Persone citate: Alan Greenspan, Greenspan, Hans Tietmeyer, Tietmeyer