Il Polo raduna le sue truppe

Il Polo raduna le sue truppe Berlusconi in piazza per la «12 ore» contro Prodi: ha messo all'asta il governo Il Polo raduna le sue truppe Fini minaccia: vi faremo vedere i sorci verdi tGoverno all'asta», «vecchio film arrivato ai titoli di coda», «mercato vergognoso». Ulivo «politicamente morto». I leader del centro-destra hanno sparato senza pietà su un Romano Prodi, seccato ma impassibile, forte di una maggioranza risicatissima ma sufficiente per volare oltre la mina innescata da Bertinotti. A meno di improbabili sorprese, il governo che Gianfranco Fini aveva sprezzantemente definito «da rigattiere» otterrà domani la sua fiducia. «Frodi - ha ribadito in aula il presidente di An - potrà andare avanti senza maggioranza per qualche settimana, qualche mese, fino a che entrerà sotto l'ombrello protettivo del semestre bianco...». E Berlusconi ha ribattuto senza speranza sul tasto delle elezioni anticipate. «Invece di rabberciare alla meglio lo strappo nella sua coalizione - ha detto il leader di Forza Italia, rivolgendosi direttamente a Prodi - invece di disporsi ad un'umiliante navigazione di piccolo cabotaggio nelle mani degli scissionisti di Rifondazione. e di qualche altro transfuga in pellegrinaggio nelle stanze del potere, lei dovrebbe dimettersi e favorire cosi un chiarimento parlamentare vero o un chiarimento elettorale». Delusione? Piuttosto una buona occasione per mostrare i muscoli: «Caro presidente del Consiglio - ha concluso Fini - da domani l'opposizione è nella condizione di farvi vedere i sorci verdi. Dovrete precettare tutti: non si r^a in chiesa a dispetto dei santi...». Battaglia. In aula, nelle cornmissioni, nelle piazze, fi programma del Polo è già oltre il voto. Anche se Berlusconi, nel vertice che ha segnato la pace con i suoi parlamentari dopo gli screzi delle scorse settimane, ha fatto sapere che in aula «non saranno tollerate* assenze. Non sono previste sanzioni per i disobbedienti, come qualche duro e puro avrebbe preferito, ma le parole del Cavaliere non sembrano ammettere repliche, al punto che un paio di deputati, in viaggio negli Stati Uniti, ha già fatto le valigie per tornare in tempo a dire il suo «no> a Prodi. L'impressione è che la fiducia a Prodi, al di là delle battute sferzanti in aula, agli uomini del centrodestra faccia quasi comodo. Di certo è una soluzione migliore del «governo tecnico» che probabilmente avrebbe diviso le opinioni del Polo: «Noi adesso abbiamo tutto da guadagnare - conferma Maurizio Gasparri -. Possiamo far guerra a un governo che dovrà' fare la conta degli uomini per far passare il più piccolo dei provvedimenti». Per il colonnello di An, l'Ulivo ha perso «tutto il fascino» che diceva di avere. «In fondo ha sempre ragione Nanni Moretti - sorride -. Con Palombella rossa aveva anticipato la Bolognina, con Aprile ha descritto una sinistra che non ha più identità. Ricorda? "D'Alema. dì qualcosa di sinistra...". Ma quale grande svolta? Questo è un govemetto Rumor capace solo di campare un paio di mesi. Certo, anche noi abbiamo alcune questioni da risolvere, ma loro hanno fallito. E i fallimenti degli altri, in politica, fanno sempre comodo...». La battaglia comincia subito. Oggi, a mezzogiorno. Silvio Berlusconi sarà in piazza Pasquino a Roma per guidare la «dodici ore» del Polo. Con lui La Loggia, Tremonti, Marzano. Pisanu, Podestà, Frattini, Mancuso, Tajani. Sul tappeto detassazione, flessibilità del lavoro, formazione, criminalità. Ma non è difficile prevedere che tutto si trasformerà in un tiro a bersaglio contro l'Ulivo. E per sabato 24 è già pronta una manifestazione contro quella Finanziaria che Berlusconi ha definito «insufficiente non tanto per quel poco che contiene ma per quello che non c'è dentro». Quella di domani, insomma, è una tappa da correre. Ma il traguardo si è spostato più in là, e ogni carta può diventare importante. Non a caso Berlusconi non ha replicato agli attacchi sempre più violenti di Francesco Cossiga. Martedì sera, parlando ai suoi parlamentari, aveva detto di non voler correre il rischio di «allontanare da noi chicchessia, magari per una battuta». L'obiettivo, forse, non era tanto l'ex Presidente della Repubblica, ma la pattuglia che lo ha seguito nellTJdr. «Le anime in pena», come le ha definite ieri Gianfranco Fini. «Una cosa è certa - spiega Gianni Baget Bozzo, consigliere privilegiato del Cavaliere Il governo Prodi passerà la nottata, ma poi non potrà fare a meno dei voti di Cossiga. E noi speriamo ancora che chi è andato nell'Udr dopo essere stato eletto con Forza Italia abbia una crisi di coscienza. L'Udr non è altro che una riedizione stantia del compromesso storico. Ma il problema non è nostro: il Pds, piuttosto, ha già cominciato a litigare...». Guido Tìberga Il presidente di An «Non si sta in chiesa a dispetto dei santi» Casini: «L'Ulivo? Un film arrivato ai titoli di coda» A sinistra il leader del Polo Silvio Berlusconi Qui sopra il vicepremier Waher Veltroni

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti