Del Piero: «Basta caccia alle streghe»
Del Piero: «Basta caccia alle streghe» GLI AZZURRI SONO TUTTI CON CAMPANA Tutti i Nazionali, con juventini e parmigiani in prima fila, in rivolta sul fronte del doping Del Piero: «Basta caccia alle streghe» Cannavaro: sbattuti in prima pagina come dei mostri Albertini e Baggio: hanno infangato le nostre carriere FIRENZE. Tutti d'accordo, o quasi su quanto annunciato e proposto da Sergio Campana, presidente del sindacato calciatori. Nel clan azzurro, si parla di sciopero. E soprattutto si condivide questa proposta. Fermare il campionato, il 18 ottobre, per protestare contro lo scandalo-doping, contro il sistema, i veleni, le polemiche, le accuse. Contro chi «ci sbatte in prima pagina senza conoscere la verità» afferma Fabio Cannavaro, il difensore del Parma, una delle squadre finite maggiormente nel mirino: «Da questa vicenda siamo usciti con una brutta immagine - continua Cannavaro - le nostre carriere rischiano di essere infangate. Domenica scorsa a Bologna a noi del Parma urlavano di andare a San Patrignano». Un clima infuocato, da «caccia alle streghe» che non piace a nessuno. Non piace a Demetrio Albertini, che da tempo si sta battendo quale rappresentante dell'associazione calciatori: «Noi ci sentiamo più vittime che colpevoli - dice - e la gente lo deve capire, tutti lo devono capire. Per questo è arrivato il momento di dare un segnale forte e deciso». Lo stesso Alessandro Del Piero, reduce da un'estate tormentata, lo sottolinea: «Molte cose ci hanno dato fastidio, a me come ai miei colleghi, basti ricordare i casi Nista, Tacchinardi, Monterò, Calori - afferma i! campione della Juventus - essere sbattuti in prima pagina non piace a nessuno. E così sentirsi dire certe cose sui campi da gioco anche se siamo vaccinati. Se siamo arrabbiati anche con i vertici del calcio? Beh, non sta a me colpevolizzare, non sta a me assurgere a giudice. Posso solo dire che noi calciatori da anni rispettiamo le regole dell'antidoping. Ognuno deve rispondere di quel che fa e del ruolo che ricopre, se non succede finisce che prima o poi qualcosa non funziona. In ogni caso, affronteremo tutti gli argomenti quando ci riuniremo». Paolo Maldini non ha dubbi, lo sciopero «è contro il sistema. Sia chiaro: non è perché non vogliamo le inchieste, anzi queste sono necessarie sentendoci noi parte lesa. Però è l'ora di finirla con il rincorrersi di queste voci. I brutti episodi avvenuti in questi giorni, come quello a Torino in tribuna stampa, è sintomatico di una situazione da affrontare al più presto. Molti hanno colpa, le procure e anche i giornalisti che prima di scrivere dovrebbero appurare la verità». Anche Dino Baggio usa toni duri: «Dobbiamo protestare contro chi ci ha diffamato. La gente ormai ci considera alla stregua dei drogati. Non possiamo continuare ad accettare tutto questo, c'è troppa confusione, chiediamo chiarezza una volta per tutte». E il centrocampista del Parma fa capire che partiranno anche le azioni legali. Come ha fatto Del Piero, querelando il tecnico della Roma; «Non capisco tutto questo pandemonio, sarebbe stata una notizia se non avessi querelato Zeman, ho fatto quanto avevo annunciato un mese fa. E non è finita qui». Sbotta pure Torricelli: «I calciatori sono vittime, qui si sta davvero esagerando». Pessotto: «Dobbiamo dare un segnale forte. Non per nascondere colpe o indagini, ma per ricordare che i calciatori hanno dei diritti e devono essere tutelati. Non vogliamo che si ripeta un caso-Calori». L'unico che scherza è il portiere Buffon: «Ho il sangue caldo, non amaro, il mio ematocrito è sempre stato perfetto, anche quando i risultati erano... sballati. Cosa ne penso dello scandalo-doping? Il mio calcio non conosce questa parola, e se ci sarà uno sciopero, ne approfitterò per prendermi una bella vacanza». Invece Inzaghi attacca: «E' arrivato il momento di prendere una posizione forte e visto che l'unica volta in cui abbiamo ottenuto qualcosa noi calciatori è stato con lo sciopero, non vedo alternative». Del Piero, riprendendo le parole del presidente juventino Umberto Agnelli, parla di «campionato che evidentemente non è normale». Favalli replica: «Mi sembra un'esagerazione». Il romanista Di Biagio taglia corto: «Mi sembra che si stiano alimentando delle polemiche senza senso». Infine Francesco Toldo: «Perché si parla di campionato falsato? Forse perché in testa c'è la Fiorentina? Un'assurdità». Brunella Ciuilini Buffon e Toldo, portieri azzurri, ironici su doping e campionato
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