Madrid lima i tassi, le Borse volano di Zeni

Madrid lima i tassi, le Borse volano Milano guadagna il 4,54 per cento, Francoforte il 5,4. Anche Chirac e Jospin premono su Via Nazionale Madrid lima i tassi, le Borse volano Ciampi a Fazio: «Devi tagliarli pure tu» MILANO. Scoppia con un giorno di ritardo il fuoco d'artificio di Hans Tietmeyer, il presidente della Bundesbank, che da Washington, lunedì, aveva sollecitato i paesi europei ad abbassare i loro tassi non escludendo nemmeno, in caso di un'aggravarsi della crisi finanziaria, un taglio dei tassi tedeschi, i più bassi di tutti. Nel lunedì della delusione per il G7 i mercati avevano ignorato o, chissà perchè, fatto spallucce. Ma ieri mattina, alle nove e qualche minuto, quando l'agenzia di stampa spagnola ha diffuso la notizia del taglio appena deciso dalla Banca di Spagna, un punto secco in meno (dal 4,75% al 3,75%) del tasso chiave e di mezzo punto (dal 4,25% al 3,75%) del tasso di riferimento, allora sì che si sono svegliati - e parecchio - gli uomini delle Borse. «Finalmente qualcosa di concreto», questa la reazione generale: dopo le parziali delusioni del G7, una buona notizia. Anche perchè l'annuncio a sorpresa della Banca di Spagna (spiegato dal governatore Miguel Angel Rojo come un. passo «per portare avanti il processò di convergenza verso i livelli più bassi attesi in Europa per l'arrivo dell'Euro») sembra fatto apposta per alimentare le speranze su analoghe riduzioni da parte di altre banche centrali. La City, per esempio, scommette su una prossima sforbiciata dei tassi inglesi che potrebbe essere questione di ore. Mentre in Piazza Affari, nonostante la prudenza più volte ribadita dal governatore Antonio Fazio, c'è chi spera che gli appelli alla Banca d'Italia - come quello di Tietmeyer ai quali, ieri da Firenze, si sono aggiunti quello di Prodi e dei francesi Chirac e Jospin - facciano finalmente breccia in via Nazionale e convincano il governatore ad anticipare a prima della fine dell'anno la convergenza del tasso di sconto italiano (fermo al 5%) verso il basso e cioè verso il 3,3% di Francia e Germania. Soprattutto dopo l'intervento, esplicito, di Carlo Azeglio Ciampi che ieri sera a Washington parlando all'assemblea del Fondo monetario ha invitato le autorità monetarie europee e statunitensi a rilanciare la crescita per far fronte alle crisi recessive: «Devono essere pienamente utilizzati - ha detto Ciampi - i margini disponibili per una riduzione dei tassi: è una risposta che non dovrebbe essere ulteriormente ritardata». Un condizionale e un avverbio forse non casualmente usati da Ciampi che, sui tassi, la pensa in modo diverso da Fazio. Profumo di tassi (bassi) e le Borse volano. E' passato un giorno dal lunedì nero ma sembra un secolo: scenari apperentemente diversi, tutti a vendere, vendere, vendere di lunedì a Wall Street come a Piazza Affari, a Londra come a Parigi, e ieri tutti a ricomprare (soprattutto azioni delle banche) con la foga dei giorni migliori. Piazza Affari, per esempio, finisce con l'indice Mibtel in rialzo del 4,54% che è il quarto rialzo più elevato nella storia del telematico, come dire che il profumo di ribasso del costo del denaro basta e avanza ad azzerare i timori di una possibile crisi di governo alla quale, per altro, nessuno ha mai dimostrato di voler credere molto. Figurarsi poi quello che è successo dopo A Parigi va addirittura meglio con un balzo finale del 5,24%, Francoforte chiude con un'impennata storica (+5,40%), Londra schizza in alto del 4,42%, Madrid festeggia il taglio dei suoi tassi con un memorabile +5,89%. Ma è a Zurigo, nella compassata città svizzera, che succede quello che il giorno prima - con le banche travolte dal ciclone degli hedge fund e con il colosso Ubs appena decapitato al vertice dopo le colossali perdite registrate anche per i forti investimenti nell'Ltcm - nessun analista era in grado di mettere in conto: un rimbalzo prodigioso del 7,75%. Così, per una volta, è Wall Street ad adeguarsi al traino delle Borse europee, almeno in apertura e nelle prime ore di contrattazioni quando il Dow Jones è oscillato tra l'I % e il +0,5%, poi un po' le vendite (per i realizzi) e un po' i timori non ancora sopiti su altri hedge fund e sull'impatto della crisi sull'economia americana hanno avuto il sopravvento spingendo in basso l'indice. Armando Zeni