Delitto Marta, i due pm finiscono sotto accusa

Delitto Marta, i due pm finiscono sotto accusa Avviso di garanzia in seguito alle pressioni sulla testimone durante l'interrogatorio Delitto Marta, i due pm finiscono sotto accusa ROMA. Violenza privata, minaccia e abuso d'ufficio. Per questi tre reati sono indagati dalla procura di Perugia i pubblici ministeri romani Italo Ormarmi e Carlo Lasperanza, dopo le denunce presentate a loro carico dalla Camera penale di Roma e dell'avvocato Carlo Taormina. Un «atto dovuto», quello di iscrivere il nome dei due magistrati nel registro degli indagati, naturale conseguenza delle polemiche scatenate dall'interrogatorio videoregistrato di Gabriella Alletto, la testimone oculare - secondo l'accusa - dell'omicidio di Marta Russo. Italo Ormanni è il procuratore aggiunto di Roma, Carlo Lasperanza uno degli oltre cinquanta sostituti: sono i titolari dell'inchiesta sul delitto dell'Università La Sapienza; sono loro a sostenere in aula la pubblica accusa contro Giovanni Scattone, Salvatore Ferrara e gli altri imputati del processo; sono loro i protagonisti di quel video-choc registrato l'I 1 giungo 1997 nel palazzo di giustizia di Roma. Su quell'interrogatorio ha già aperto un'indagine il Consiglio superiore della magistratura, e gli ispettori del ministro di Grazia e Giustizia stanno lavorando per offrire al Guardasigilli gli elementi necessari a decidere se avviare o meno l'azione disciplinare. Adesso è entrata in campo la procura di Perugia, che sulla base delle denunce presentate dai penalisti ha ipotizzato i tre reati previsti dagli articoli 610, 612 e 323 del codice penale. Nell'atto depositato dall'avvocato Taormina venivano suggeriti i reati di concussione (in alternativa alla violenza privata), di istigazione alla calunnia e di abuso per Ormanni e Lasperanza, e i magistrati inquirenti hanno imboccato una strada parzialmente diversa. Proprio Taormina, dopo aver presentato la denuncia, aveva messo in guardia dal pericolo di un'archiviazione dell'indagine: «A Roma il pm perugino Cardella è sotto inchiesta per una vicenda del tutto analoga verificatasi nell'ambito del processo Pecorelli; non vorrei che la partita Roma-Perugia finisse 1 a 1, con un'archiviazione per parte». Al di là delle polemiche e delle situazioni che non sembrano così uguali - in un caso c'è la videoregistrazione del fatto scriminato, nell'altro l'intercettazione di una testimone che racconta alcune cose ad altre persone -, la procura del capoluogo umbro (competente per le inchieste che riguardano i magistrati della capitale) ha già mosso i primi passi. Oltre a iscrivere i nomi di Ormanni e Laspe¬ ranza «a modello 21», all'inizio della scorsa settimana il procuratore Nicola Miriano e il sostituto Dario Razzi (che già s'era occupato di un'altra vicenda riguardante il processo per l'omicidio di Marta Russo, finita con una richiesta di archiviazione) sono venuti a Roma per acquisire documenti: le videocassette con l'interrogatorio del giungo '97, alcuni verbali e altre carte: Ormanni e Lasperanza si sono già difesi dalle accuse con le relazioni inviate al procuratore Salvatore Vecchione, da questi girate al Csm e al ministro della Giustizia. Lo stesso Vecchione, con un suo rapporto, s'è sclùerato dalla parte dei pm sostenendo che neh"ormai famoso interrogatorio non c'era nulla che andasse contro le regole del codice di procedura penale, e che qualsiasi interferenza sul processo in corso davanti alla corte d'assise avrebbe dovuto essere evitata. «La prenderemo per omicidio... Per omicidio lei va in carcere e non esce più», aveva detto tra l'altro, nel colloquio non verbalizzato, Ormarmi alla Alletto in lacrime. E Lasperanza: «Lei è messa peggio di tutti... qui la polizia non riusciamo più a tenerla... riusciamo a trovare una verità alternati¬ va che ci meastri questi che stavano qui dentro e ci possiamo dimenticare di questa storia». Ma Gabriella Alletto continuava a giurare sui suoi figli che non era mai stata nella sala assistenti di Filosofia del diritto il giorno dell'omicidio, e che non aveva visto niente. Violenza? Minacce? Abusi? «Sono state fatte doverose contestazioni e rappresentazioni di veritiere circostanze relative a fatti risultanti dalle indagini», ha già risposto, nella relazione a Flick, il procuratore Vecchione. Ora bisognerà aspettare le conclusioni della procura di Perugia, oltre a quelle del ministro e del Csm. Oggi Ormanni e Lasperanza - il quale aveva chiesto a Vecchione di essere esonerato proprio per le polemiche sul video, ina il procuratore ha detto di no - saranno di nuovo in aula, per la ripresa del processo. Il programma prevede il confronto tra Gabriella Alletto e Giovanni Scattone, ma anche l'altro imputato dell'omicidio, Ferrara, vuole essere messo faccia a faccia con la donna che, tre giorni dopo l'interrogatorio videoregistrato, ha detto di averlo visto nella sala assistenti, accanto a Scattone, il giorno del delitto. Giovanni Bianconi I reati: abuso d'ufficio minaccia e violenza privata. Oggi di fronte Scattone e la Alletto 1111 * ì I I A fianco Giovanni Scattone; a sinistra Salvatore Ferrare In alto i genitori di Marta Russo, la studentessa uccisa da un colpo di pistola all'Università La Sapienza di Roma