«Il processo a Sofri si può riaprire»

«Il processo a Sofri si può riaprire» E se Montecitorio approverà per tempo il disegno di legge, sarà Brescia a giudicare «Il processo a Sofri si può riaprire» La Cassazione boccia la Corte d'appello di Milano ROMA. La Cassazione ha deciso: non si chiuda il caso Calabresi. Sofri, Bompressi e Pietrostefani potranno ripresentare una richiesta di revisione del processo. La Cassazione ha bocciato la bocciatura della corte d'appello di Milano. Doppio salto mortale giudiziario. E si ricomincia. La decisione della Cassazione ha acceso molti animi, ma è stata accolta in silenzio da Gemma Capra, vedova Calabresi, e dai tre condannati. Era pomeriggio quando la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza della corte d'appello di Milano del 18 marzo scorso e ha stabilito che la corte d'appello di Milano prenda nuovamente in esame le richieste di Sofri e compagni. Ma potrebbe succedere che non tocchi più ai giudici milanesi di interessarsi al caso Calabresi. Se nelle prossime settimane la Camera approvasse una leggina che modifica le regole sulla revisione dei processi, infatti - disegno di legge presentato dalla senatrice Francesca Scopelliti, garantista di Forza Italia e amicissima di Sofri le carte andrebbero presentate a Brescia. «Non voglio anticipare le nostre mosse. Comunque è chiaro che Milano per noi è una sede difficile - si limita a dire Sandro Gamberini, legale di Sofri -. Credo comunque che la Cassazione abbia riportato sui binari del diritto ciò che ne era uscito. Ora torniamo davanti alla corte d'appello. A rigore la nostra istanza di revisione può essere respinta ancora una volta. Ma dopo questa sentenza della Cassazione è difficile». Si profila un ennesimo processo Calabresi, insomma. Sarebbe Tot tavo della serie. Un record che viene giudicato in maniera opposta a seconda degli schieramenti Gli antipatizzanti gridano al favoritismo. Il sindacato autonomo di polizia Sap, ad esempio: «Il colpo di spugna su sette gradi di giudizio e 27 anni di indagini inducono a ritenere il condannato Sofri una persona diversa dalle altre. Così si preclude la strada verso il conseguimento della verità sull'omicidio del collega Calabresi». Oppure l'associazione vittime del terrorismo: «E' legittimo che chi si senta accusato ingiustamente cerchi ogni spazio legale per provare la propria innocenza. Non vorremmo però che al termine di tutti questi gradi di giudizio la vittima non abbia giustizia. Il delitto Calabresi non può essere archiviato senza un colpevole». E Maurizio Gasparri, An: «E' un caso anomalo di accanimento giudiziario a favore degli imputati che offende la memoria di chi è morto per mano di terroristi». All'opposto, per i simpatizzanti la Cassazione ha aperto la strada a un'ultima occasione di ripristinare la giustizia. Dice Pietro Folena, ds (e D'Alema ribadisce quasi parola per parola): «Personalmente sono molto soddisfatto. Credo che anche la famiglia Calabresi debba sapere che questa è una grande occasione per fare giustizia e trovare la verità». Oppure Claudio Martelli, ex ministro della Giustizia: «E' un segno che torna a far sperare per la giustizia italiana». E c'è una grande alleanza trasversale filosofriana - da Ersilia Salvato (Rifondazione, anima cossuttiana) a Paolo Cento (Verdi), a Franco Corleone (sottosegreta¬ rio di Grazia e Giustizia), a Marcello Pera (Forza Italia), a Giuliano Ferrara (direttore de II Foglio e ex ministro berlusconiano) a Paolo Liguori (direttore del tg Studio aperto) - che applaude. Persino Giulio Andreotti, alle prese con il processo per mafia, commenta: «Mi sembra positivo che i magistrati possano avere un'altra occasione per rivedere il processo a carico di Sofri. Spero che nel mio caso ci sia bisogno di meno ricorsi per arrivare alla verità». L'avvocato Gamberini resta con i piedi per terra. «Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza. Se, come io mi aspetto, saranno severe contro certe illogicità della corte d'appello di Mila¬ no, non credo di essere troppo ottimista nel vedere più vicino il riesame». E mentre i rappresentanti del comitato «Liberi liberi» lo attorniano e lo festeggiano nei corridoi della Cassazione, l'avvocato aggiunge: «I nuovi elementi che abbiamo portato all'attenzione della magistratura dimostrano l'inattendibilità di Marino. Ora ripresenteremo la domanda di revisione del processo. E si apre la questione del carcere. Sarebbe ingiusto che delle persone, che non l'uggiranno e si sono costituite, aspettino in carcere un ragionevole processo di revisione». Francesco Grignetti Calabresi è ucC!%uftrUbini, a Mi|Qr. abitaZione>v.o^Ad.onoS^ Ovidio > Giorgio Pietroste«^us0 j primi due Bompressi, con "gl'omicidio di essere i man*"reseC0l0re materie Calabresi e.ner».. e Bompressi,11 dAssiSe 1J lug. c le condanne. d'Appello con** Uni,e de| Ila dAppelloconten.. n.tede 83 oH. \99* KÌZ0\osentenza Cassazione <?nn.V" j(a Corte d Assise e rinviano gl'O"1 A' A II " 'inviano d Appello. 4« die 19»)ti„ Jj nu°vo la spiegazione anr jl nov. I998t i i . 0ndannati a 22 «^•''"Putati sono Il reato e prescrittor Per Marino 5<,fri e Bompressi ^^'one conferma, jl 24 gennaio, tó^ano in carcere !, 29. "Stefani li raggiunge * gen. 199ft. pR ■ <jj Wilano la ri^u Ja ?r«ura generale del processo Per ^ di revisione è inammissibile. COs<> Calabresi respinge la richie^n ?.rte d'Appello presentato ri~ r- a Gì revkinn» presentata da $ff* « pietrostefani. 8°m t0 apr. l9jB . salute Bompr»' 18 agosto oHiennl:f. revisione pressi e JO «pr. 199at la*. fr0'0 motivi di ,e9|( arresti domiciliar' na sospesa), che il i I Adriano Sofri, in una foto d'archivio, nel carcere dì Pisa

Luoghi citati: Brescia, Milano, Pisa, Roma