«Attacchiamo perché offesi» di Marco Ansaldo

«Attacchiamo perché offesi» Gli ultra juventini spiegano il discutibile assalto di domenica I «Attacchiamo perché offesi» «Veniamo insultati su tutti i campi ma la reazione è stata esagerata» TORINO. «Buongiorno, noi siamo quelli che domenica hanno scritto lo striscione "tacete" e hanno organizzato la contestazione ai giornalisti allo stadio. Vorremmo spiegarvi il perché». Sono in cinque davanti alla portineria del giornale. Due hanno i giubbotti dei Fighters, il gruppo che controlla la curva dalla quale, durante JuvePiacenza, è partita la manifestazione conclusa con il lancio di monete, lattine e di un seggiolino sulla tribuna stampa. Due si presentano, Luciano Braccia e Orlando Nicola, gli altri preferiscono restare anonimi: «Siamo nel direttivo dei Fighters». Tutto lì. Il primo impulso è di non parlarci. Che si può dire a chi ti ha spiegato le sue ragioni con gli sputi? Può bastare il comunicato con le parole indignate di Nizzola perché l'indignazione, in questi casi, non manca mai. Ma è più forte l'esigenza di capire che cosa sta succedendo. Perché cento persone e poi (quasi) tutto uno stadio hanno riversato con odio sui giornali e le tv la colpa per un'inchiesta che parte da altre stanze? «Perché siamo schifati da questa storia e dalla marea di fango che si trascina», rispondono gli ultra, meno aggressivi che domenica. Non è un buon motivo per scatenare ciò che è successo. «Quando siamo partiti l'intenzione non era quella: tra l'altro siamo conosciuti alla Questura e non ci saremmo mai mossi allo scoperto. Doveva essere una dimostrazione pacifica contro certe cose». Bè, vi è riuscita maluccio. Come può definirsi pacifico chi scavalca i cancelli, prende a pugni una «maschera», cerca di riversarsi in tribuna stampa con tutto quello che ne sarebbe seguito... «Se duecento persone vogliono entrare in un settore dello stadio lo fanno e basta. Nessuno li ferma. L'idea non era quella. Ma dovevamo compiere un gesto clamoroso perché, altrimenti, chi avrebbe ascoltato la nostra voce? Gli striscioni non bastano. Diciamo che la situazione è sfuggita di mano». Sì, come il seggiolino a chi l'ha sradicato e tirato. «Noi controllavamo dalla curva: con il Bologna l'anno scorso siamo bastati in venti per evitare l'invasione di campo. Quei tre o quattro che hanno esagerato li abbiamo individuati e gli abbiamo ritirato l'abbonamento. Per quest'anno non li vedrete più allo stadio». Il problema non è con chi divideremo le nostre domeniche: il problema è capire chi volevate intimidire e perché. «Siamo stanchi di quanto succede attorno alla Juve, non ne possiamo più degli attacchi senza prove: nell'intervallo abbiamo deciso che ci si doveva muovere». Insomma quel «tacete» scritto sullo striscione è l'ordine perché si insabbi tutto quanto sa di doping? «La pulizia interessa anche a noi: prendano i colpevoli se ci sono e li sbattano in galera...». Anche se fossero della Juve? «Sì, non ci importerebbe. Se c'è gente che tira di coca sono affari suoi ma è giusto punirlo, se c'è chi si dopa, altrettanto. Ma voghamo chiarezza. Ed è quella che manca». Possono pretenderla anche i tifosi del Parma o dell'Udinese. Ma non hanno aggredito nessuno. Perché proprio gli juventini sono così sensibili all'inchiesta? «L'anno scorso non abbiamo reagito alle provocazioni sulla Juve aiutata dagli arbitri: c'erano stati episodi, come a Empoli, chiari. Ci gridavano ladri, e pazienza. Ma adesso i giocatori e anche noi, che li seguiamo dappertutto, siamo sottoposti a mia pressione schifosa per colpa di cose che non conoscia mo. Ci sentiamo impotenti. A Parma ci hanno offesi. Ora si ritrovano pure loro nel fango». Insomma cosa volete? «Che l'inchiesta arrivi in fretta a qualcosa e poi si chiuda. Ha ragio ne Umberto Agnelli, il campionato è falsato, non lo sopportiamo più» E aggredite i giornalisti? «Non lo volevamo fare e smentiamo l'avvocato Chiusano: con do menica gli incidenti sono finiti non ce ne saranno altri. Ma non voghamo più leggere e sentire ac cuse ai giocatori della Juve se non sono provate». Marco Ansaldo Attimi di tensione al Delle Alpi: parte la protesta degli ultras contro la stampa

Persone citate: Chiusano, Luciano Braccia, Nizzola, Orlando Nicola, Umberto Agnelli

Luoghi citati: Empoli, Parma, Torino