«Indagine rapida, ma completa» di Alberto Gaino
«Indagine rapida, ma completa» «Indagine rapida, ma completa» II capo della procura torinese replica allaJuve DOPO LE ACCUSE BIANCONERE UTORINO MBERTO Agnelli ha chiesto «indagini rapide, altrimenti si rischia di falsare il campionato». La prima risposta arriva il giorno dopo da Vincenzo Pochettino, il dirigente della Procura circondariale torinese che ha aperto, all'inizio di agosto, l'inchiesta numero uno sul doping: «Capisco il punto di vista della Juventus e mi sta bene che l'indagine sia rapida, ma per avere senso deve essere anche completa». Il procuratore capo è la figura che gestisce i rapporti verso l'esterno: a lui si può chiedere di fare il punto tecnico sulle indagini, senza violare il riserbo imposto dalla legge. Perché, a questo punto, un po' di chiarezza può essere utile per diradare almeno parte del polverone sollevato dall'incessante inseguirsi di voci. «Sulla base dell'intervista di Zeman - spiega Pochettino - il consigliere Guariniello ha aperto un'inchiesta che si è sviluppata rapidamente a 360 gradi. Non perché si volesse sforare rispetto alle nostre competenze, soprat- tutto territoriali. Ma la materia è complessa. Ovviamente, siccome a noi tocca occuparci dei reati commessi a Torino, l'inchiesta si concentra sulla gestione della salute dei calciatori delle società torinesi». Su quali reati state indagando? «Parliamo solo di ipotesi. Si è partiti dalla somministrazione pericolosa di farmaci per arrivare alle legge 626 del 1994 che tutela la salate dei lavoratori. E, di conseguenza, si sta verificando se i calciatori, in quanto dipendenti, possano aver subito lesioni colpose nell'ambito della loro attività professionale». Allora? «Oggi non possiamo dire che vi siano stati reati compiuti da Juventus e Torino». Il procuratore aggiunge: «Siamo ancora in una fase delle indagini preliminari in cui non è possibile assumere determinazioni sugli, diciamo così, indagabili. Per capirci: agiamo con una certa prudenza. Il fatto è che il consigliere Guariniello ha lavorato speditamente, raccogliendo numerose testimonianze e svolgendo accertamenti in seguito ai quali abbiamo delegato una serie di atti». Consulenze sulle cartelle cliniche di Juventus e Torino e su altri rilievi. «Atti - precisa il magistrato - che ci consentiranno di giungere alle prime determinazioni in tempi brevi». Avete già trasmesso parte del fascicolo ad altre procure? «Con quella cir¬ condariale di Roma c'è stato un fitto scambio di corrispondenza. Una serie di atti finirà nella capitale, ma, al momento, anche per questa scelta i tempi sono prematuri». E adesso l'attacco all'inchiesta del suo «aggiunto», Raffaele Guariniello. «Lei sa che non è nel mio stile rispondere alle polemi¬ che con altre polemiche. Dico solo che mi ha stupito che un avvocato del calibro di Chiusano sia ricorso a certi argomenti: le nostre indagini preliminari non possono durare sino a cinque anni. Il codice ci impone limiti rigorosi che noi sappiamo rispettare. Quanto al consigliere Guariiùello, è un magistrato di tale livello ed esperienza! Che posso aggiungere? Mi fido di lui come di me stesso». Ieri, Guariniello ha continuato imperterrito con i suoi atti: ha interrogato Gugliemo Petrosino (segretario della Federcalcio) e Mariano Ravazzolo (responsabile del coordinamento centrale attività antidoping del Coni). E ha scoperto che i controlli per la serie C possono essere facilmente elusi dai club: l'elenco delle partite sorteggiate per i test viene inviato con largo anticipo dalla Figc alla Federazione medici sportivi, ma, anziché essere conservato in cassaforte, sinora fluttuava da ima scrivania all'altra e tanti potevano leggerlo. Alberto Gaino
Persone citate: Agnelli, Chiusano, Guariniello, Mariano Ravazzolo, Pochettino, Raffaele Guariniello, Vincenzo Pochettino, Zeman
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