Campana all'attacco «Sei mesi di stop»

Campana all'attacco «Sei mesi di stop» I troppi veleni del calcio scatenano la reazione del presidente dei giocatori, che lancia una provocazione Campana all'attacco «Sei mesi di stop» Quattro giornate appena, e siamo già qui, in assenza di certezze, a contare sospetti, sfoghi, minacce, bulloni, alle prese con un grado d'inquinamento che neppure i rivelatori più pessimisti avrebbero osato immaginare. Tarati male, per usare termini di improvviso e popolare consumo, non sono gli strumenti, ma gli uomini: e non è un passo avanti. Quanto sia drogato, il campionato di calcio, dovranno stabilirlo le inchieste. Ammesso che vi riescano. A noi, dopo un mese di simil-guerra, non resta che prendere atto di come le marcature siano saltate quasi ovunque, in largo e tumultuoso anticipo sulle tradizionali scadenze di gennaio. Spiace, e lo scriviamo da trapattoniani ferventi, che il mirabile assolo della Fiorentina sia stato in qualche modo disturbato dal fischio della valanga che un sistema troppo distratto e omertoso ha provocato e si è tirato addosso. Il retaggio mondiale può spiegare, al massimo, la quanta non eccelsa del gioco, l'eclissi e gli infortuni degli interpreti più attesi (Del Piero, Zidane, Ronaldo, Roberto Baggio), non il livore sprigionato dall'ambiente, non l'isterismo che ha contagiato i protagonisti, gli spettatori, la stampa in generale. Ci si era lasciati male, a maggio, con uno scudetto grondante veleni. Si è ripartiti, in estate, come peggio non si sarebbe potuto. Troppi i conti in sospeso, troppe le faide in atto. Il sorteggio arbitrale ha tagliato l'erba del sospetto, ma non estirpato le radici della sudditanza psicologica. Lo scandalo doping ha inferto l'ultimo, decisivo, colpo, disgregando il Coni e spappolando la Figa Quando un mondo salta in aria, tutti si sentono parti lese: i giocatori, le società, la federazione, la lega, i tifosi, gli unici ad averne diritto: eccezion fatta per i più beceri e maneschi. La legge sulla privacy ha contribuito a creare discutibili zone franche. Sergio Campana, presidente dell'Aie, medita provocatorie ritorsioni, tratteggia scenari apocalittici: «I giocatori sono i primi a essere indignati per questo stillicidio quotidiano di nomi e di riferimenti precisi a calciatori e società - ha dichiarato alla radio -. Di fronte a questo clima bisognerebbe fermare il campionato per almeno sei mesi, per dare una risposta adeguata. Ho già interpellato tutti i capitani e la settimana prossima comunicheremo in che cosa consiste la nostra protesta: dopo la partita della Nazionale annunceremo i provvedimenti. Ci sono state violazioni macroscopiche della privacy mentre ad inizio stagione era stato detto che non sarebbero stati comunicati nemmeno gli infortuni dei calciatori». Dalla mezz'ora di ritardo minacciata a suo tempo, e mirata alle partite del 18 ottobre, ad almeno sei mesi di stop: lo sbalzo è allucinante. Fossimo in Campana, pur giustificandone la stanchezza fisiologica e la rabbia istituzionale, ci impegneremmo sul serio per dare seguito, al più presto, ai test di entrata e ai controlli incrociati sangue-urina. A parole, non c'è uno che li respinga. Nei fatti, però, si respira un'aria completamente diversa, quasi che il rischio di brutte sorprese consigliasse di privilegiare le facili, e subdole, enunciazioni di principio rispetto al «baleno» dell'azione. Non vorremmo che il polverone sollevato portasse a un avvilente tutti colpevoli-nessun colpevole. Le fughe di notizie sono sempre censurabili. Ma chi è pulito, e lo sa, nulla deve temere: nemmeno le lungaggini burocratiche di un'indagine che, al di là di sgradevoli protagonismi, possono scorticare i nervi. La truffa dei controlli mai effettuati rappresenta un dato inoppugnabile: richiamarsi a essa per millantare purezza, non ci sembra un atteggiamento serio e responsabile. Al contrario, un espediente di basso profilo. Il campionato, quello, non è più o meno falso di tanti altri. Per ora, la classifica premia la squadra più meritevole. Si segna di meno, sono in aumento i pareggi. Si gioca troppo, ci si allena poco. Come in passato, direte. Più che in passato, ci permettiamo di chiosare. Che ci crediate o no, Simoni ed Eriksson sono già stati costretti a salvare le proprie panchine, un po' meno pericolanti, oggi, che a metà settembre. Mai come in questo caso giunge propizia la tregua azzurra. Il fine di lucro e la Borsa hanno accentuato la volontà morbosa di vittoria, scorciatoia deleteria verso il doping morale. E gli arbitri, nel dubbio, si schierano sempre con i più ricchi. La serenità con la quale Giuseppe Materazzi ha commentato gli episodi caldi di Juventus-Piacenza costituisce una scheggia di raro e squisito fair play. Roberto Beccantini Contro il clima creato dallo scandalo doping e la violazione della privacy siamo pronti alla risposta adeguata: fermare il campionato» pSergio Campana, avvocato e presidente dei calciatori, . un'altra battaglia: io fra pochi giorni» l C»NQUE BOTIVI ^llj ' pi TENSIONE e*AirHE DELL'ULTIMO SCUDETTO k«« ri^&^RATO IL TERRENO i, a DENUNCIA di ZEMAN e la BUFERA-DOPING ■^KteIiormente esacerbato il clima GENer^0 3-1 oltre che avvelenato, e' un campionato nato 'stanco pervia della pesante eredita mondiale 4) il sorteggio arbitrale ha fugato si' qualche dubbio, ma non certo cancellato la sudditanza psicologica. 5) lega spaccata dai diritti tv, federazione debole, business: siamo già' al tutti-contro-tutti. depafeBFpVThvcitcvdmn Sergio Campana, avvocato e presidente dei calciatori, . un'altra battaglia: io fra pochi giorni»

Persone citate: Del Piero, Eriksson, Giuseppe Materazzi, Roberto Baggio, Roberto Beccantini, Sergio Campana, Simoni, Zidane

Luoghi citati: Campana, Piacenza