Borse da brividi, Milano meno 3,72% di Zeni

Borse da brividi, Milano meno 3,72% Il G7 non convince i mercati. Wall Street perde il 3%, poi risale (-0,79). Banche centrali in allarme Borse da brividi, Milano meno 3,72% Tietmeyer: «Se la crisi peggiora, taglierà i tassi» MILANO. Doveva essere il lunedì del responso dei mercati sull'esito della riunione a Washington dei ministri del G7. E responso è stato: una sequenza impressionante di ribassi, da Wall Street a Londra, da Parigi a Piazza Affari, da Tokyo a Hong Kong. Non convince le Borse il G7: questa la morale di una giornata a tratti caotica, a lungo incerta, decisa alla fine dalla direzione (negativa) imboccata da Wall Street (che chiude cedendo lo 0,79%, dopo avere perso il 3% a fine mattinata), la grande Borsa che più di altre sembra essere rimasta delusa dalle non-decisioni delle autorità economiche mondiali. Un brutto lunedì di paura. Dovevano dare una scossa ai mercati, le parole del comunicato finale del G7, instillare quel pizzico d'ottimismo - tranquilli, abbiamo sotto controllo la situazione e siamo pronti a intervenire - per spezzare la spirale perversa del pessimismo. E invece hanno finito con l'essere, a giudizio di analisti e operatori di mezzo mondo, la conferma di quanto sia difficile un'azione comune e di quanto insufficienti e intempestive siano le misure allo studio. Parole, insomma, troppe parole e pochi fatti. E come se non bastasse anche le parole, alla fine, hanno fatto più danni che guadagni perché, tra le righe di quanto dichiarato a Washington, i più hanno tratto la convinzione che i contraccolpi delle crisi giapponese, russa e sudamericana sull'economia mondiale, su quella statunitense per cominciare, po¬ trebbero essere più pesanti. Così, addio sogni di recupero, i mercati continuano a vedere nero e a poco o nulla sono servite a risollevare gli animi le dichiarazioni di uomini, come il ministro dell'Economia francese Straus-Kahn («L'appello del G7 di domenica - dice non è che il primo passo») o come il presidente della Bundesbank, che hanno tentato di gettare acqua sul fuoco. Niente da fare. Nemmeno Hans Tietmeyer, il gran custode del marco, ha infiammato le Borse con una dichiarazione («Una manovra sui tassi da parte della Bundesbank, in caso di aggravamento della crisi, non è più un tabù») che non ha precedenti nella cautela dell'uomo e in quella della Bundesbank finora custodi di una politica monetaria severa. I tassi potrebbero scendere anche in Germania, dice l'uomo del marco: due settimane fa sarebbe bastato a far schizzare in alto le Borse, questa volta decolla giusto Francoforte che verso l'una sembra trascinarsi dietro altre Borse europee ma è solo un attimo, questione di mezz'ora. Più forte dell'ottimismo della volontà pesa il pessimismo della ragione: pesa, soprattutto, la mina degli hedge fund, miliardi e miliardi di dollari in bilico, muiardi di dollari che potrebbero amplificare la più difficile delle crisi finanziarie mondiali. Tremano un po' ovunque, i banchieri: l'effetto Ltcm, il primo fondo speculativo entrato in crisi, sembra un ciclone, grandi istituti coinvolti (ieri Moody's ha ridotto i rating di cinque colossi del credito come Barclays, Deutsche Bank, Dresdner, Ing e Paribas), presidenti costretti alle dimissioni, voci di difficoltà per al- tri big, per Merril Lynch, per Lehmans Brothers, per Goldman Sachs. Inevitabilmente travolto il dollaro che ha perso terreno su tutte le altre monete: sul marco (1,6374), sullo yen (135,79), sulla lira (1618). E insieme al dollaro scende Wall Street, la grande Borsa. Parte male (-0,21%) l'indice Dow Jones e in un'ora sprofonda a meno 1,5%-2% dando il la al definitivo ribasso delle Borse europee. Unica a salvarsi Madrid (0,16%) e, solo per quanto riguarda l'indice telematico, Francoforte (meno 1,19%). Per il resto un lunedì da dimenticare. Londra giù del 2,14%, Parigi dell'1,95%, Zurigo del 2,47%, Stoccolma del 4,34%, per non parlare delle Borse asiatiche che avevano dato il la al ribasso con la chiusura (-2,08%) di Tokyo e il -4,05% di Hong Kong. Lunedì sulle montagne russe anche in Piazza Affari: partita male (-3,27%), risalita a metà giornata insieme a Francoforte e poi di nuovo riportata al minimo dell'anno da Wall Street. Non bastassero le preoccupazioni sull'evoluzione delle economie mondiali e i timori sugli hedge fund, in Piazza Affari ha finito col pesare il clima politico e la possibile crisi di governo che hanno azzerato di colpo ogni rialzo e riportato indietro le lancette del tempo all'inizio dell'anno, quando l'indice Mibtel era di poco sopra quota 17 bmila e nessuno ma proprio nessuno s'immaginava di ritrovarselo, dieci mesi dopo, allo stesso livello. Armando Zeni Il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer

Persone citate: Hans Tietmeyer, Kahn, Merril Lynch, Straus, Tietmeyer