Aosta, la rivolta contro il francese di Enrico Martinet

Aosta, la rivolta contro il francese Contestata la quarta prova scritta obbligatoria della maturità: così siamo penalizzati Aosta, la rivolta contro il francese Da una settimana protestano 4100 studenti delle superiori AOSTA. Il '68, nel senso della protesta giovanile, era francese. A maggio i ragazzi sfilavano nei boulevard parigini eleggendo a loro «maitre à penser» il filosofo Herbert Marcuse. Il '98, nel senso della rabbia studentesca, è di nuovo francese, ma Parigi non c'entra e Marcuse è lontano. I boulevard di allora sono le vie di oggi, quelle di Aosta, «capitale» della più occidentale delle regioni italiane, bilingue per Costituzione: il francese si comincia a masticare alle materne per poi studiarlo fino all'ultimo anno delle superiori. Con la riforma della maturità il francese diventa obbligatorio, come quarta prova di scritto (sono tre in tutte le altre regioni, autonomie speciali e minoranze linguistiche comprese). E la «rivoluzione», cominciata nel dicembre 1997, vive la sua seconda fase, più dura, più sentita. Da lunedì 28 settembre 4100 studenti delle superiori non vanno a scuola: dei 17 istituti, 15 sono occupati, due autogestiti. E dei 15, due sono stati sfollati dalla polizia. L'autonomia speciale valdostana che i ragazzi non contestano, quasi per paradosso, diventa loro nemica. «Il francese è una ricchezza culturale, è un diritto, ma perché dobbiamo essere penalizzati rispetto ai nostri coetanei?», dicono gli studenti. Domani i ragazzi sono di nuovo sul pavé del centro città, dopo incontri estenuanti, dopo trattative interrotte, riallacciate e rotte di nuovo. Le ultime parole infrante sono di ieri, quando i sindacati se ne sono andati dal quinto piano del Palazzo regionale «sbattendo» la porta dell'assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Ennio Pastoret. Posizioni inconciliabili. Studenti, genitori e sindacati, con l'appoggio dei professori, chiedono da sempre che il francese non venga conteggiato nei 100 punti della maturità e che sia «spendibile» in tutti i concorsi pubblici (in Valle d'Aosta ogni «colletto bianco» deve soste¬ nere una prova preliminare nella lingua di Voltaire). Il francese che fa media potrebbe penalizzarli, abbassare il loro voto d'esame. La giunta regionale ha approvato una bozza di legge (mercoledì sarà discussa e votata dal Consiglio) che include la prova scritta di francese nei cento punti e che limita la «spendibilità» soltanto ai concorsi per i diplomati: i laureati dovranno quindi dare l'esame di accertamento, prima di sostenere l'esame sulla materia della futura attività lavorativa. E' di qualche giorno fa la bocciatura di francese di due medici che concorrevano a un posto nel reparto di oncologia dell'ospedale aostano: erano gli unici partecipanti. Oggi gli studenti sono di nuovo nelle vie cittadine. Giovedì hanno chiuso per la prima volta nella storia dell'autonomia valdostana le porte della Regione: per un'ora non hanno lasciato passare gli impiegati. Venerdì volevano incatenarsi in corteo, ma la polizia li ha dissuasi, ieri sono tornati in Regione, poi hanno sfilato all'ingresso di Aosta, all'Arco di Augusto, e hanno paraUzzato il traffico andando avanti e indietro sulle strisce pedonali. Per ora hanno ottenuto che la prova di francese venga conteggiata insieme con l'italiano. E la solidarietà di genitori e sindacati. Vogliono anche quella della città. Hanno distribuito volantini, hanno chiesto ai commercianti di aiutarli: «Non chiudete gli occhi davanti alla nostra protesta, ma chiudete le porte dei vostri negozi». Al loro fianco anche gli studenti universitari che hanno raccolto firme per la «causa». Ripetono a chiunque, anche alla Regione: «Il francese fa parte della nostra cultura, ma non per questo ci deve penalizzare». La maggioranza regionale (Union valdòtaine, pds e Fédération autonomiste) ha fatto soltanto un passo indietro sul punteggio. La protesta ne ha fatto uno avanti. Enrico Martinet La protesta degli studenti valdostani è iniziata lo scorso 28 settembre

Persone citate: Ennio Pastoret, Herbert Marcuse, Marcuse

Luoghi citati: Aosta, Parigi, Valle D'aosta