Un trapianto per i funghi avvelenati di Angelo Conti

Un trapianto per i funghi avvelenati traditi dai boschi Madre e figlia di 2 anni trasportate a Torino potrebbero ricevere oggi lo stesso organo diviso Un trapianto per i funghi avvelenati E' l'ultima speranza di una famiglia di Pescara TORINO A Pescara a Torino. E' stato il volo della speranza per una giovane madre e la sua bambina di due anni, avvelenate dalla terribile amanita falloide, un fungo che non perdona. Da ieri sera nei reparti di rianimazione delle Molinette e del Regina Margherita, lottano contro la morte con una speranza in più: quella di un trapianto di fegato che potrebbe essere eseguito già oggi dall'equipe del professor Mauro Salizzoni. Con ogni probabilità si ricorrerà alla tecnica dello split: la parte più grossa del fegato del donatore sarà impiantato sulla madre, quella più piccola sulla figlia. E questo senza pregiudicare le possibilità di sopravvivenza per entrambe, che nel Centro Trapianti delle Molinette è attualmente dell'85%. Anche il marito della donna, e padre della piccola, che tutt'ora si trova all'ospedale di Pescara, potrebbe essere avviato in un altro centro trapianti, qualora le sue condizioni peggiorassero ancora. A rischiare la vita è una famigliola di Pepoli, avvelenata da un cesto di funghi «amanita falloide» raccolti da un conoscente nei boschi di Roccamorice e scambiati per «amanita cesarea», una varietà invece molto apprezzata dai buongustai. La «falloide» è un fungo che può risultare letale, anche se assunto in minime quantità: ne bastano 20 grammi por uccidere un uomo di 80 chili. Padre, madre e figlia (che avrebbe appena assaggiato i funghi) avevano consumato lo stufato di funghi sabato sera, accusando i primi sintomi già nella notte. Domenica mattina si era reso necessario il ricovero all'ospedale di Pescara in condizioni che, almeno in un primo momento, non erano parse gravissime. Ma nella mattinata di ieri è insorta, per tutti e tre, un'epatite fulminante: per madre e figlia, le più gravi, la prefettura di Pescara ha chiesto la disponibilità del centro delle Molinette, riconosciuto come uno fra i migliori d'Europa, e in possesso di una casistica anche in relazione ad avvelenamenti di questo tipo. L'equipe torinese ha dato il suo assenso, richiamando immediatamente a Torino il chiururgo Mauro Salizzoni, che si trovava in quel momento a Bologna. Contemporaneamente sono stati allertati due reparti di rianimazione. L'aereo dell'Aeronautica militare con le pazienti è atterrato a Caselle verso le 20,40. Era atteso da due ambulanze di rianimazione, con anestesista a bordo, del 118 piemontese. La madre è così entrata nel reparto del professor Maritano, alle Molinette, qualche minuto dopo le 21. La piccola in quello del dottor Ivani, al Regina Margherita. E sono subito scattati gli accertamenti. «Nella primissima fase - ha spiegato il dottor Pierpaolo Donadio, transplant coordinator dell'ospedale - cercheremo di tracciare un quadro clinico il più possibile preciso di una situazione che è comunque molto delicata. Caratteristica dell'epatite fulminante sono proprio gli aggravamenti improvvisi. Poi verrà valutato se e quando procedere con i trapianti». In Piemonte non esistevano, ieri sera, pazienti in osservazione ante-espianto. Ma la circostanza potrebbe essere superabile se, stamane, le due pazienti verranno poste in «codice zero», cioè con una priorità assoluta su tutti i malati cronici in attesa in Italia. Ma questa decisione spetterà ad un'apposita commissione. Se si procederà, come nella notte appare sempre più probabile, ad un doppio intervento si tratterà del primo trapianto pediatrico fatto a Torino dove esiste, peraltro, un protocollo d'intesa già concordato da qualche mese fra ospedale Molinette, sede delle camere operatorie e del servizio di immunologia, ed il contiguo nosocomio pediatrico, che da ieri sera ospita la bambina. Angelo Conti La donna di Pescara avvelenata dai funghi all'arrivo a Torino, dove probabilmente sarà sottoposta a trapianto di fegato assieme alla figlioletta di 2 anni

Persone citate: Ivani, Mauro Salizzoni, Pierpaolo Donadio