Clinton: 15 accuse e un verdetto scontato di Andrea Di Robilant

Clinton: 15 accuse e un verdetto scontato Un altro collaboratore abbandona il Presidente in difficoltà: è il capo di Gabinetto, Bowles Clinton: 15 accuse e un verdetto scontato Nella notte voto sull'impeachment WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con il tono solenne delle grandi occasioni il repubblicano Henry Hyde, presidente della Commissione Giustizia, ha aperto il dibattito alla Camera che potrebbe portare alla fine prematura della presidenza di William Jefferson Clinton. Ieri sera la commissione dominata dai repubblicani era sul punto di approvare una risoluzione che spiana la strada a un'inchiesta «aperta» del Congresso: i deputati potranno indagare a tutto campo, senza limitarsi al caso Lewinsky, e senza scadenze temporali. I democratici hanno spinto per una risoluzione alternativa: inchiesta Limitata alla relazione del Presidente con l'ex stagista e da concludersi entro il Thanksgiving, cioè il 26 novembre. «Non siamo di fronte a una riedizione del Watergate - ha spiegato John Conyers, capogruppo dei democratici sulla commissione Giustizia - dobbiamo solo indagare su una relazione extraconiugale». Ma la logica dei numeri - i repubblicani sono 21, i democratici 16 - ha prevalso due volte, dopo un secondo emendamento presentato a sorpresa dai democratici. La Commissione Giustizia è di gran lunga la più polarizzata repubblicani di destra da una parte e democratici di sinistra dall'altra - e la meno propensa alle soluzioni unitarie. E' solo la terza volta nella storia degli Stati Uniti che il Congresso si avventura nella traumatica procedura dell'impeachment di un presidente: nel 1868 Andrew Johnson venne assolto per un voto, nel 1974 Richard Nixon rassegnò le dimissioni prima di arrivare al giudi¬ zio. Ma ieri la solennità del momento è stata subito fatta a pezzi dallo spirito partigiano che domina la Commissione e che era assente all'epoca dello scandalo Watergate, il paradigma da tutti invocato a proprio vantaggio. David Schippers, il «procuratore» per parte repubblicana, ha letto un durissimo atto d'accusa contro il Presidente sostenendo che i capi imputabili - riguardano i reati dì spergiuro, abuso d'ufficio e intralcio alla giustizia - sono addirittura quindici, cioè quattro in più di quelli indicati da Kenneth Starr. Schippers ha anche fatto una chiamata di correo nei confronti di Monica Lewinsky, accusandola di aver complottato assieme al Presidente per coprire le tracce della loro storia. Ma anche se le accuse contro il Presidente dovessero essere confermate nel corso delle audizioni, sono davvero tali da giustificare il suo impeachment? I democratici non lo pensano. E accusano i repubblicani di voler stravolgere 10 spirito della Costituzione, che prevede l'impeachment solo in caso di «tradimento, corruzione, crimini gravi e misfatti». Abbe Lowell, per la difesa: «Non si tratta di determinare se 11 Presidente abbia detto o no la verità, ma di ricordare su che cosa ha mentito, il contesto in cui l'ha fatto. Chiunque abbia una relazione extraconiugale vuole tenerla segreta». E il capogruppo democratico Conyers ha cercato di cambiare le carte in tavola descrivendo il procuratore Starr come la vera minaccia al Paese, l'unico che abbia davvero «tratto in inganno» l'America: «Ha fatto continuamente filtrare notizie all'unico scopo di danneggiare il Presi¬ dente. E ha scaricato una montagna di materiale pornografico sui cittadini di questo Paese». La Casa Bianca ha seguito con una certa rassegnazione i lavori della prima giornata, in parte distratta dalle defezioni che continuano a moltiplicarsi nell'entourage del Presidente. Dopo il portavoce Mike McCurry e il consigliere politico Ranni Emmanuel, anche il rispettato capo di Gabinetto Erskine Bowles ha confermato che lascerà l'Amministrazione dopo le elezioni del 3 novembre. Andrea di Robilant I capi d'imputazione esposti dai repubblicani sono 4 in più di quelli contestati da Starr I democratici ribattono: la vera minaccia per gli Stati Uniti è il procuratore indipendente Il presidente della Commissione Giustizia, Hyde, discute con il capogruppo democratico Conyers

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