«E se facessimo la Bomba?» di Ibrahim Refat

«E se facessimo la Bomba?» «E se facessimo la Bomba?» Minacce del presidente egiziano nel 25° della Guerra del Kippur IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Dopo l'Iran e l'Iraq, anche l'Egitto medita di far parte del club atomico per tener testa a Israele. L'ambizioso progetto, tanto accarezzato dagli egiziani, è stato rivelato ieri dal presidente Hosni Mubarak proprio nel 25° anniversario della Guerra del Kippur. «Se fossimo costretti a dotarci dell'atomica non esiteremo a farlo», ha dichiarato in un'intervista al quotidiano in arabo ((Al-Hayat», pubblicato a Londra, sottolineando la facilità con cui ormai si possono reperire armi atomiche. A quanto pare siamo soltanto di fronte alla fase delle minacce, dal momento che il Capo dello Stato egiziano ha escluso per adesso una corsa per fabbricare la Bomba: ((Attualmente non vogliamo far parte del club nucleare, non abbiamo fretta poiché l'Egitto non vuole la guerra per la guerra». E poi ha aggiunto, ribadendo la dottrina militare egiziana: «La guerra non ha mai risolto nessuna controversia. Anche se, per difendere la pace, occorre avere la forza di dissuasione». Mubarak si è scagliato contro il premier israeliano Netanyahu accusandolo di «non conoscere le sofferenze della guerra, né il suo significato, non avendo un passato militare alle spalle, al contrario dei suoi predecessori». E ha rivelato di aver voluto aprire il dossier dell'arsenale atomico israeliano con il precedente governo, quello presieduto da Rabin, e di avere ricevuto rassicurazioni che la questione sarebbe Il presidente egiUn duroal premStato e ano Mubarak attacco er dello braico stata affrontata alla conclusione del processo di pace con gli arabi. Nell'intervista il Raiss ha ricordato che l'Egitto dispone già di una centrale a combustione nucleare ad Anshas, a Nord del Cairo. E per di più può contare su numerosi scienziati nucleari. Mubarak non ha risparmiato critiche agli Usa: «Senza la loro assistenza, Israele non avrebbe potuto disporre dell'arsenale atomico». In realtà il Raiss è sotto pressione da parte dell'opinione pubblica la quale vuole che l'Egitto si doti dell'atomica alla stregua del Pakistan; ma anche da una parte dei militari, i quali caldeggiano la creazione di ima «force de frappe» egiziana. Gli esperimenti nucleari effettuati da Islamabad nel maggio scorso sono stati salutati con favore dall'opinione pubblica egiziana, che vede nell'«atomica dei poveri» l'unico baluardo per neutralizzare l'oltranzismo di Netanyahu. L'Egitto lotta dal 1993 - ma senza riuscirci - per costringere Israele a sottoscrivere il Trattato di non proliferazione nucleare. Se Israele lo avesse fatto sarebbe stato costretto ad aprire le sue centrali nel deserto del Negev agli ispettori Onu, per verificare le voci sull'esistenza di ben 200 ordigni. Cosa che nessun governo sarebbe disposto a fare, dal momento che l'obiettivo d'Israele è quello di mantenere la superiorità militare per compensare lo squilibrio nell'armamento convenzionale a favore degli arabi. Ibrahim Refat Un duro attacco al premier dello Stato ebraico Il presidente egiziano Mubarak

Persone citate: Hayat, Hosni Mubarak, Mubarak, Netanyahu, Rabin