«Ecco i piani dell'attacco a Damasco»

«Ecco i piani dell'attacco a Damasco» Se la Siria non consegnerà il leader dei ribelli curdi. Nel mirino anche la valle della Bekaa «Ecco i piani dell'attacco a Damasco» Un giornale turco: i nostri aerei pronti a colpire ANKARA. La Turchia è pronta a colpire Damasco con un'operazione aerea nel caso fallisse la missione del presidente egiziano Hosni Mubarak atteso ieri o oggi in Turchia, secondo quanto indica il quotidiano turco «Sabah». Secondo il giornale al raid aereo - inteso in particolare a distruggere il quartier generale del leader del Pkk Abdullah Ocalan in Damasco - potrebbe seguire un'operazione terrestre se la Siria non consegnasse il capo dei ribelli curdi, come a più riprese chiesto da Ankara. L'attacco aereo, secondo «Sabah», che non cita fonti, colpirebbe innanzitutto il sistema radar, aeroporti e rampe di missili in Siria e quindi Damasco e la valle libanese della Bekaa dove per Ankara si trovano campi del Pkk. Secondo il quotidiano «Yeni Yuzil» Mubarak proporrebbe - durante la sua visita ad Ankara, che sarebbe seguita da un'altra a Damasco - un vertice tripartito al Cairo. Il primo ministro Mesut Yilmaz, citato dal quotidiano «Cumuhriyet» ha annunciato per i prossimi giorni manovre militari ai confini con la Siria. Tali manovre, secondo gli osservatori, giustificherebbero la mobilitazione di 10 mila soldati segnalata nei giorni scorsi alla frontiera sud. Secondo «Sabah» l'esercitazione avverrebbe «con vere munizioni» e sarebbe «l'ultimo avvertimento» a Damasco. Mubarak giungerà oggi in Turchia dove avrà colloqui sulla crisi turco-siriana, ma la sua visita non deve essere considerata «una mediazione», secondo il governo turco, per il quale esiste ancora spazio per la manovra diplomatica che però «è bloccata» da Damasco. Il generale Ilhan Kilic, comandante dell'aviazione turca, è giunto i«ri a Diyarbakir da dove visiterà le forze aree nella regione confinante con la Siria. Il portavoce del ministero degli esteri Necati Utkan ha annunciato che il presidente egiziano arriverà oggi e che la sua visita «ha rapporto» con la crisi siriana ma «non vi è stata alcuna designazione di un mediatore». Secondo il portavoce per sostenere una mediazione bisogna essere indicati dalle parti coinvolte, e poiché la Siria non l'ha fatto, neppure Ankara intende farlo. Utkan ha tuttavia precisato che il governo «ascolterà» Mubarak e le «informazioni e impressioni dalla Siria», dove ha avuto colloqui, sottolineando che gli sforzi diplomatici non hanno esaurito le loro possibilità. Il ministro degli esteri Ismail Cem ha di nuovo accusato Damasco di «bloccare la via della diplomazia» e che la Turchia «farà quanto necessario» per «difendersi dal terrorismo». Il ministro degli Esteri iraniano Kamal Kharrazi ha accusato Israele di fomentare la discordia tra Siria e Turchia e ha detto che Teheran è pronta a mediare per risolvere la disputa tra i due Paesi islamici. Lo riferisce l'agenzia gover¬ nativa iraniana «Ima». «L'entità sionista sta cercando ogni pretesto per mettere in pericolo la sicurezza nella regione», ha detto Kharrazi in una conversazione telefonica con il suo collega siriano Faruq al-Shara, secondo l'agenzia. «Il complotto orchestrato dal regime sionista è la causa della tensione» tra Ankara e Damasco, ha aggiunto il ministro. Mubarak ha detto ieri di non escludere che dietro le recenti iniziative della Turchia nei confronti della Siria ci sia Israele. Mubarak ha espresso i suoi sospetti in un'intervista rilasciata al quotidiano arabo «al-Hayat»: «Non posseggo prove certe ma ho la sensazione che sia Israele ad incitare Ankara contro Damasco, con l'intento di indebolire la Siria e condurre così i negoziati di pace secondo le condizioni israeliane. Noi comunque vogliamo evitare tutto questo». [e. st.] Il presidente egiziano gioca l'ultima carta del negoziato «Ho la sensazione che sia Israele a soffiare sul fuoco»