Chirac cauto sulla «Super Europa» di Maurizio Molinari

Chirac cauto sulla «Super Europa» Nel summit a Firenze si è discusso della proposta Prodi di utilizzare le riserve Ue in eccesso Chirac cauto sulla «Super Europa» Ma il Presidente francese ipotizza «Un'intesa a tre con la Germania» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Nella prima giornata del vertice italo-francese il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha illustrato nei dettagli al presidente francese Jacques Chirac ed al premier Lionel Jospin la proposta italiana di un «meccanismo di finanziamento» per reperire nuovi fondi per lo sviluppo e la lotta alla disoccupazione da parte dell'Unione Europea. Durante gli incontri pomeridiani nelle sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, Prodi si è soffermato a lungo sulla strada che l'Italia suggerisce ai partner per affrontare i nodi della povertà e della disoccupazione nel dopo-Euro. Si tratta, ha fatto notare Prodi a Chirac, di una «proposta di utilizzo a fini di sviluppo da parte delle Banche centrali di una piccola parte dell'eccesso di riserve che si verrà a determinare con il passaggio dalle monete nazionali alla moneta unica europea». Sebbene fonti ufficiali abbiano negato a più riprese ogni accenno ai fatti interni italiani nei faccia a faccia a Palazzo Pitti, l'ombra della crisi si è sentita. E Prodi, contestato da Rifondazione comunista sul lavoro, ha voluto confermare anche in un quadro europeo la determinazione del governo dell'Ulivo a promuovere politiche per la lotta alla disoccupazione ed alla emarginazione. Il capo dell'Eliseo ha ascoltato con «grande interesse» l'esposizione di Prodi, mostrandosi però assai cauto e rimandando alla odierna conclusione del vertice ogni commento ufficiale. Chirac ha però concordato con Prodi sulla necessità di un «forte raccordo» sulle politiche europee non solo sul lavoro ma anche in tema di finanza, economia ed agricoltura. E questa «intesa a largo raggio» per il Presi- dente francese - reduce da un incontro all'Eliseo con il nuovo cancelliere tedesco - può essere ancora più forte in seguito ai risultati delle recenti elezioni che in Germania hanno visto vincere la coalizione fra socialdemocratici e verdi. «Abbiamo oggi l'opportunità - ha ripetuto più volte Chirac a Palazzo Pitti accennando all'incontro con Schroeder di dar vita ad una vasta e forte intesa sulle politiche europee che unisca Francia, Germania e Italia». Secondo fonti ufficiali italiane presenti ai colloqui Chirac non avrebbe fatto alcun cenno alla Gran Bretagna di Tony Blair, verso cui invece mostra di guardare con crescente interesse il neo-eletto cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. I temi della potenziale intesa a tre sono stati affrontati nei colloqui: riforme istituzionali ed allargamento ad Est dell'Unione Europea in vista del vertice straordinario di Poertschach, l'Agenda 2000 a cominciare dai fondi agricoli, la cooperazione industriale (specie nel settore della difesa) e culturale (il progetto dell'Università italofrancese). Temi che saranno ripresi questa mattina nella seduta plenaria del vertice a cui parteciperanno anche i rispettivi ministri di Esteri, Difesa, Trasporti, Ambiente, Interno e Ricerca Scientifica. Ma probabilmente, assieme alla lotta alla di¬ soccupazione, sarà la politica estera comune il primo terreno su cui Parigi e Roma cimenteranno le buone intenzioni esposte qui di Firenze. E non solo per le nubi che si addensano sul Kosovo: entro la fine dell'anno dovrà infatti essere nominato a Bruxelles «Mr. Pese» ovvero il primo «ministro degli Esteri e della Sicurezza» per tutti i Quindici. Tanto nel colloquio ProdiChirac a Palazzo Pitti che in quello fra i due ministri degli Esteri Dini e Vedrine - a bordo dell'aereo che li ha portati a Firenze dal Lussemburgo - ci si è soffermati sul futuro «Mr. Pese», la prima di una serie di imminenti nomine eccellenti per Unione Europea e Nato da cui sia Italia che Francia si attendono molto. Lamberto Dini ha concordato con Hubert Vedrine sul «carattere fondante» delle relazioni italo-francesi, rifiutando però di parlare di «assi a due o a tre in Europa perché il futuro dell'Unione Europea si svilupperà attorno al nocciolo duro dell'Euro». La giornata di lavori si è conclusa con ima cena fra le delegazioni al gran completo nel Palazzo della Prefettura, conclusa poi dai brindisi di Chirac e del presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, giunto in treno nel pomeriggio da Roma. Maurizio Molinari Al centro dei colloqui anche la nomina entro fine anno del primo ministro degli Esteri e della Sicurezza dei 15 Paesi della Comunità Il premier italiano Romano Prodi con il primo ministro francese Lionel Jospin ieri a Firenze