DAL CARCERE LA FORZA DI LOTTARE di Alessandro Galante Garrone
DAL CARCERE LA FORZA DI LOTTARE LA LEZIONE DI FOÀ DAL CARCERE LA FORZA DI LOTTARE VITTORIO Foà mi ha dedicato una delle prime copie delle sue Lettere della giovinezza. Dal carcere 1935-1943 (ed. Einaudi) con queste parole: «A Sandro con tutto l'affetto... di una lunga vita». Non mi è facile parlare di questo libro - che oggi pomeriggio Gustavo Zagrebelsky presenta con l'autore e l'editore al Quirinale - tanto questa lettura mi ha coinvolto. Solo nel 1934 ci scoprimmo militanti antifascisti; e lui già ben più addentro di me nell'attività clandestina. Cercava consensi tra i coetanei. Quello che più mi colpì fu la sua carica di entusiasmo, la sua smania di agire, per sete di libertà. Ricordo che sin d'allora mi venne fatto di pensare al fascino del giovane Mazzini a Marsiglia: ma senza la vena romantica del fondatore della Giovine Italia, e invece in maggiore misura dotato di una ben più profonda conoscenza della realtà economica e sociale, ansiosa di nuovi orizzonti. Le sue lettere dal carcere ci rivelano come più tardi, negli otto anni, giorno per giorno, a contatto con altri detenuti di eccezionale valore - come Riccardo Bauer, Ernesto Rossi, Massimo Mila - la sua cultura ebbe un prodigioso ampliamento nei campi più vari Quel che più ci colpisce, in questa sua corrispondenza con la madre (ma nel modo più evidente destinata anche agli amici) è quel suo continuo scrutare a fondo i problemi del suo tempo. La sua serenità costante non era soltanto ispira ta dal desiderio di confortare l'amatissima madre, ma derivava dall'impulso e quasi da bisogno di continuare a far giungere agli amici e ai com pagni la sua parola ammoni trice e ispiratrice. Mi pare che sia proprio questa la principale caratteristica delle sue let tere. Nel leggerle, il mio pen siero non può fare a meno d percorrere, un passo dopo l'ai tro, il continuo e stupendo maturare del suo pensiero della sua sensibilità morale e politica. Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 11 SESTA COLONNA
Persone citate: Einaudi, Ernesto Rossi, Giovine, Gustavo Zagrebelsky, Massimo Mila, Mazzini, Riccardo Bauer
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