Minghella: sogno d'essere De Sica
Minghella: sogno d'essere De Sica Il regista del «Paziente inglese» gira in Italia il nuovo film Minghella: sogno d'essere De Sica «A Ischia ritrovo le sue atmosfere Anni 50» ISCHIA DAL NOSTRO INVIATO I più anziani ricordano ancora lo sguardo tenebroso del giovane Alain Delon, ma le ragazzine di oggi, issate su immensi tacchi neri come detta la moda, sospirano al passaggio di Matt Damon, il divo del momento che, impegnato nelle riprese del nuovo film di Anthony Minghella «The talented Mr. Ripley», guarda il mare azzurro e confessa: «Lavoriamo sodo, ma è molto difficile concentrarsi quando davanti agli occhi si ha il Mediterraneo». Nel borgo antico di Ischia Ponte, ai piedi del Castello Aragonese, il regista vincitore di nove Oscar con «Il paziente inglese», gira in questi giorni una parte della pellicola basata sul thriller di Patricia Highsmith e interpretata, oltre che da Damon nella parte del protagonista Ripley, da Gwyneth Paltrow, Jude Law, Cate Blanchett. E poi da Stefania Rocca, Sergio Rubini, il fratello di Fiorello, Fiorellino. Stessa cosa aveva fatto René Clément nel '59 quando, sulle spiagge dell'isola, aveva diretto «Delitto in pieno sole», altro adattamento del medesimo testo della Highsmith in cui, accanto a Delon, recitavano Marie Laforet e Maurice Ronet. Per questo, perché l'isola torna a respirare la vivacità dei tempi in cui era spesso usata come set cinematografico (un titolo per tutti, «Cleopatra»); perché Minghella è fortemente legato alla fascinazione del cinema italiano dell'epoca d'oro; perché i suoi genitori, emigrati di origine ciociara finiti a produrre gelati nell'Isola di Wight, lo hanno seguito durante le riprese, in giro per l'Italia, in un viaggio che chissà quante emozioni avrà risvegliato, è un fatto che su questo set aleggia un'aria di festosità familiare, un clima di revival Anni 50 che non si spiega solo con l'ambientazione della storia. In più, l'altra sera, durante la cerimonia conclusiva del Festival dei Cinque Continenti presieduto da Gian Luigi Rondi, Minghella ha ricevuto dalle mani di Maria Mercader De Sica, il premio intitolato al grande autore scomparso: «Se riuscissi con il mio lavoro - ha detto il regista - a raggiungere anche solo la metà della qualità di un film come "Ladri di biciclette", potrei dirmi soddisfatto». «Il valoCon la Gwyneth Paltrow è la protagonista con Matt Damon del film ispirato al thriller di Patricia Highsmith Sotto: Anthony Minghella «Il valore di una pellicola non si misura dagli Oscar Con la Highsmith capovolgo la morale hollywoodiana» ta un desiderio del genere? Certo, se si è Delon, è difficile voler essere un altro». Perché ha scelto di fare un film traendolo dal romanzo della Highsmith? «I motivi sono vari, soprattutto mi. piaceva l'idea di lavorare in Italia e di raccontare una vicenda che si svolge alla fine degli Anni 50, una fase storica che considero eccitante perché al centro di due importanti fasi di mutamento. Non sarà un caso se "I vitelloni" e "La dolce vita" sono i miei film preferiti». Anche nel «Paziente inglese» c'era un protagonista ambiguo, diviso tra due possibilità, due modi di essere: è un tema che la interessa particolarmente? «Le emozioni sono la cosa della vita che m'interessa di più e penso che queste vengano fuori spesso da situazioni complesse. Voglio due: non ho mai incontrato nessuno che si presentasse dicendo "Ciao, io sono cattivo, tu come sei?". Per questo tendo a creare nei miei film situazioni in cui il pubblico possa avere l'opportunità di farsi una sua idea, di avere opinioni diverse». E' difficile, dopo aver vinto nove Oscar, rimettersi al lavoro sapendo che un trionfo del genere è quasi impossibile? «Sicuramente le difficoltà conseguenti a un successo sono più facili da superare rispetto a quelle legate a un insuccesso. Le ho provate tutte e due e quindi lo so. Credo sia impossibile ripetere un risultato come quello del "Paziente mglese", ma credo anche che il valore di un film non si misuri solo dagli Oscar». Fulvia Caprara In che cosa «The talented Mr. Ripley» è differente dal libro? «In molte cose, ma la differenza più importante è nel carattere di Ripley che, a mio parere, ha, nonostante tutto, un risvolto morale. Certo, non si tratta della morale classica hollywoodiana dove i bravi ragazzi vincono e i cattivi perdono, ma di qualcosa che ha a che vedere con l'Inferno dantesco e anche con "Macbeth". Il fatto che Ripley non venga arrestato per il delitto che compie non vuol dire che non sia punito: la sua condanna è che non potrà più tornare a essere quello che era prima». E le differenze con il film di Clément? '(Delon lì veniva catturato e quindi il finale era più convenzionale, inoltre tutto l'intreccio riguardava molto la sfera della sessualità. Il mio Ripley, invece, è diverso: la sua è soprattutto la storia di una persona in cerca d'amore, che aspira fortemente ad essere un'altra. D'altra parte chi di noi non ha provato almeno una vol¬
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