Un'occasione storica per la sinistra europea

Un'occasione storica per la sinistra europea OLTRE LA LIRA Un'occasione storica per la sinistra europea più durevolmente di quanto potrebbe fare un impiego delle riserve stesse come capitale finanziario. Seconda osservazione: se una banca centrale acquista valuta vendendo moneta nazionale, aumenta contemporaneamente e dello stesso importo sia le attività che le passività; il contrario avviene quando vende riserve ritirando dalla circolazione un importo equivalente di moneta nazionale. Ma se vende riserve e poi lascia in circolazione l'importo corrispondente di moneta nazionale, determina una riduzione dell'attivo ed un aumento del passivo: insomma, è come stampare moneta, ciò che eventualmente si può fare senza bisogno di dar via le riserve di valuta. Terza osservazione, e la finiamo qui: ma se davvero le riserve di valuta fossero «convertibili» in crescita economica, qualcuno può pensare che per farlo si sarebbe aspettato il 1998? L'ipotesi di finanziare sviluppo con le riserve valutarie richiama, sia pure in forma un po' più sofisticata, la lettera che a Carli governatore della Banca d'Italia giunse da una ragazza che insieme alla mamma viveva nell'Agro Pontino in condizioni di cupa indigenza. «So che la Banca d'Italia può stampare una certa quantità di denaro - scrisse -; dunque, se Lei ha un vero cuore nel petto, non potrebbe far stampare due milioni in più e mandarmeli?». Carli raccontava di aver messo in cornice quella lettera avendovi riscontrato «il modo di argomentare di esponenti della classe politica e di loro consiglieri che li incitavano alle politiche espansive». «Non sempre con successo - aggiungeva Carli - andavo ripetendo che l'effetto espansivo del rigonfiamento della domanda monetaria tende ad incontrare il vincolo della bilancia dei pagamenti e dell'inflazione, ancor prima di dar luogo ad un consistente aumento dell'occupazione». C'è una grande e comprensibile eccitazione per il fatto che governi progressisti hanno conquistato quasi tutta l'Europa quando questa sembra avere tutte le carte in regola per potersi porre alla guida della crescita economica mondiale. L'opportunità è reale, concreta, stimolante; un'occasione storica per la sinistra democratica europea dopo vent'anni o quasi di dominio della cultura reaganiana e thatcheriana. Attenti alle baggianate., però. Alfredo Recanatesi E riserve di valuta di un I Paese sono quel che rimane dello stock di metallo prezioso a fronte del quale, un tempo, veniva emessa la moneta cartacea. Il «pagabile a vista» che compare su alcuni biglietti di banca (quelli italiani, ad esempio) ha questa origine: significava che se ne poteva chiedere la conversione in oro secondo un cambio prefissato. Poi è venuto il tempo della moneta fiduciaria, ed il senso di quella dicitura è diventato indiretto, teorico, talvolta virtuale. Ciò nondimeno, l'importo complessivo della carta moneta in circolazione trova una sua formale espressione nel bilancio di ogni banca centrale nel quale costituisce una delle più consistenti voci del passivo patrimoniale (ecco il senso attuale di quel «pagabile a vista al portatore») a fronte della quale vi sono attività patrimoniali tra le quali l'oro e disponibilità in valute estere: le riserve, appunto. Esse servono per governare il cambio della moneta nazionale. Di conseguenza, la loro congruità è relativa al grado di apertura del sistema economico verso il resto del mondo, ossia all'incidenza del commercio intemazionale sulla formazione del reddito nazionale. In linea di massima, tanto più questa incidenza è elevata, tanto maggiori sono le riserve necessarie per evitare che difficoltà contingenti di bilancia dei pagamenti si ripercuotano sul cambio e sull'intero sistema economico. Congrue riserve, inoltre, possono essere necessarie (ò il caso dell'Italia) per generare un flusso di redditi in valuta straniera che riequilibri una bilancia dei redditi da investimenti che, altrimenti, sarebbe passiva. Queste sintetiche nozioni sono sufficienti per comprendere che l'ipotesi di spendere una parte delle riserve per sostenere lo sviluppo economico è davvero singolare. Prima osservazione: non esistono riserve «eccedenti». La difesa dell'Euro richiede riserve minori della somma delle riserve necessarie per difendere le undici monete (non ci sono più i loro cambi reciproci che la specula zione possa attaccare). Di con seguenza, le riserve conferite alla Bce o vincolate a sue even tuali occorrenze future sono solo una parte di quelle attuai mente possedute dalle singole banche centrali. Ma questo non significa che le rimanenti «eccedano». Le più recenti crisi valutarie hanno dimostrato che, per quanto il controllo del mercato globale richiederebbe multipli delle riserve ufficiali esistenti, il loro importo costi tuisce pur sempre un deterren te che, quando ben impiegato, può evitare l'innesco di ondate speculative suscettibili di diventare travolgenti. Que&co induce a ritenere che la maggiore stabilità del cambio assicurata da un'ampia disponibilità di ri 1 serve favorisce lo sviluppo I economico più efficacemente e

Persone citate: Alfredo Recanatesi, Carli

Luoghi citati: Agro Pontino, Europa, Italia