Inizia la settimana nera di Clinton di Andrea Di Robilant

Inizia la settimana nera di Clinton L'ex presidente Ford (repubblicano) sul N. Y. Times: una strigliata della Camera e chiudiamo il caso Inizia la settimana nera di Clinton Oggi il via alla procedura di impeachment WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Comincia una brutta settimana per Bill Clinton, alla fine della quale la Camera darà quasi certamente il via ad un'inchiesta formale per determinare se la relazione del Presidente con Monica Lewinsky giustifica il suo impeachment, cioè la sua messa sotto accusa da parte del Congresso. Oggi tocca alla commissione Giustizia della Camera e l'esito del voto è scontato. I 27 repubblicani, guidati dal presidente della commissione Henry Hyde, voteranno compatti per andare avanti nelle indagini, a tutto campo e senza limiti di tempo. 119 democratici voteranno compatti per una risoluzione alternativa che chiede di limitare le indagini alla vicenda Lewinsky. Giovedì o venerdì ci sarà il voto dell'aula. Anche lì, voto scontato perché i repubblicani hanno la maggioranza. Ma è probabile che una nutrita pattuglia di democratici - soprattutto democratici moderati del sud - salterà il fosso e voterà con i repubblicani per andare avanti con l'inchiesta. Quanti saranno? Girano voci diverse per i corridoi del Congresso. C'è chi parla di una defezione contenuta di 25-30 deputati, e chi parla di un esodo in massa che potrebbe coinvolgere fino a cento deputati. E i numeri sono importanti: più democratici voteranno per andare avanti e meno i repubblicani saranno vulnerabili all'accusa di partigianeria. L'inchiesta vera e propria - il gran teatro delle audizioni pubbliche alla Camera - comincerà dopo le elezioni del 3 novembre e potrebbe durare mesi. I deputati vorranno sentire tutti i personaggi della vicenda Lewinsky, inclusi i protagonisti — l'ex stagista e il Presidente. Obiettivo delle audizioni: determinare se le accuse mosse dal procuratore Starr.- spergiuro,, abuso d'ufficio, ostruzione di giustizia - sono fondate, e tali da meritare l'impeachment. Se la Camera deciderà che lo sono toccherà poi al Senato «giudicare» il Presidente. La Casa Bianca vuole ovviamente evitare che si arrivi a tanto e continua a lavorare dietro le quinte e con l'aiuto della leadership democratica per una soluzione alternativa all'impeachment: una mozione di censura correlata da un'ammenda pecuniaria e un mea culpa del Presidente davanti al Congresso. Ma i repubblicani hanno già sbattuto la porta in faccia agli ambasciatori della Casa Bianca, e un accordo non è pensabile prima delle elezioni. Le chances di arrivare ad un compromesso del genere dopo il voto del 3 novembre dipenderanno in larga misura dai risultati delle elezioni e dal nuovo rapporto di forza tra i due partiti - una grossa vittoria dei repubblicani seppellirebbe quasi certamente ogni possibilità di accordo. Ma ieri la Casa Bianca ha ricevuto un aiuto insperato dall'ex presidente Gerald Ford, un repubblicano moderato che sulle pagine del New York Times si è schierato con decisione contro le lungaggini distruttive di un impeachment. Ford propone una soluzione diversa da quella finora caldeggiata dai democratici: il Presidente dovrebbe recarsi nell'aula della Camera e subire il duro rimprovero della Camera. Non una «censura scritta in inchiostro simpatico», dunque, né un'ammenda che finirebbe per involgarire ulteriormente la vicenda, ma «una solenne strigliata da parte dei rappresentanti del popolo». E' ancora presto per dire se la proposta Ford ha le gambe per camminare - bisognerà aspettare il risultato delle elezioni. Nel frattempo la Casa Bianca continua a raccogliere materiale per sostenere la tesi che l'offesa di Clinton non è tale da giustificare il suo impeachment. E tira fuori un polveroso precedente dagli annali della storia patria. Nel 1792 Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori e primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti, fu indagato per corruzione. Nel corso delle indagini gli inquirenti scoprirono che aveva avuto una relazione adultera, e che aveva «comperato» il silenzio del marito cornificato. Ma il Congresso decise che si era trattato di una vicenda privata e che dunque non era un'offesa da impeachment. Andrea di Robilant

Persone citate: Alexander Hamilton, Bill Clinton, Clinton, Gerald Ford, Henry Hyde, Lewinsky, Monica Lewinsky, Starr

Luoghi citati: Stati Uniti, Washington