Flick-pool, il gelo dopo la polemica di Paolo Colonnello
Flick-pool, il gelo dopo la polemica Il Guardasigilli non invia neanche un messaggio alla cerimonia in onore di Caponnetto Flick-pool, il gelo dopo la polemica D'Ambrosio ribatte: ha i difetti di tutti i ministri tecnici MANTOVA DAL NOSTRO INVIATO Scrivono il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il capo del governo, Romano Prodi, il presidente del Senato, quello della Camera, il ministro dell'Interno. Ciascuno si scusa per l'assenza e manda un telegramma per festeggiare l'uomo che ormai rappresenta una specie di guida spirituale per i magistrati italiani in prima linea: Antonino Caponnetto, ex giudice istruttore di Palermo, insignito ieri a Palazzo Te di Mantova del premio «etica dell'obiettività», in ricordo di quel grande e pacato giornalista che fu Andrea Barbato. Ma tra tanti messaggi di solidarietà, spicca per l'assenza proprio quello del ministro che dovrebbe essere più vicino al mondo della magistratura: il Guardasigilli Giovanni Maria Flick. E anche se nessuno ne fa parola, è un'assenza che pesa, che sottolinea il gelo sceso ancora una volta tra un ministro di Grazia e Giustizia e la magistratura italiana più esposta e che ieri si è ritrovata unita intorno all'uomo che guidò il pool che fu di Falcone e Borsellmo. Dal procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna al procuratore di Palermo Giancarlo Caselli, dal presidente dell'Anni Elena Pacioni a una folta rappresentanza del pool milanese: Gerardo D'Ambrosio, Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Paolo Ielo. Un'assenza, quella del ministro, che inevitabilmente entra in rotta di collisione con le parole di solidarietà che proprio un membro del suo stesso governo, il sottosegretario alla Difesa, Massimo Brutti, intervenuto ieri a Mantova, esprime verso il pool milanese: «Ho sempre ritenuto che le dichiarazioni dei magistrati, anche se discutibili, rientrino nelle manifestazioni di libertà di pensiero. In questo senso c'è giuri¬ sprudenza e ora dobbiamo attendere la decisione del Csm». Ma, avverte Brutti rivolgendosi indirettamente a Flick e ricordando che anche Borsellino fu costretto a comparire davanti al Csm per un'intervista rilasciata, «quando i magistrati sono costretti a difendersi da soli, vuol dire che qualcosa non funziona. Non bisogna metterli in condizione di fare polemica politica, perché quello non è il loro compito». Tacciono i magistrati: «Siamo qui per Caponnetto e basta». Mentre è proprio Caponnetto, commosso più che mai, che decide di rompere gli indugi: «Le azioni disciplinari in questi casi sono inconcepibili. I magistrati sono come gli altri ed è un diritto di tutti i cittadini esprimere le proprie opinioni, ovvio nel li¬ mite del lecito. Credo proprio, come ha detto Borrelli, che Davigo ne uscirà a testa alta. Quello che mi sorprende è invece il ricorso fatto dal ministro contro Greco e Ielo già prosciolti dal Csm. Un accanimento che mi sorprende perché viene da una persona di cui ho grande stima». Mentre Gerardo D'Ambrosio, assediato dai giornalisti, precisa il senso di alcune parole riportate («travisate», dice lui) ieri da un quotidiano: «Non ho detto che il ministro Flick è come il ministro Mancuso. Io ho detto che esistono ministri tecnici e che Flick è uno di questi. Cioè non ha un supporto dell'elettorato e quindi ha i difetti di tutti i ministri tecnici. Inoltre ho ribadito che credo nella politica perché la politica è una cosa importante». Le uniche parole in difesa di Flick le spende il presidente della Commissione antimafia, Ottaviano Del Turco: «Dire che il ministro Flick bersaglia i magistrati è un non senso. Tutti conosciamo la prudenza del ministro Flick - prosegue Del Turco a proposito dei provvedimenti disciplinari contro il pool milanese - i suoi sono atti dovuti. Si tratta come sempre di rispettarli sia quando si condividono che quando non si condividono». E alla domanda se ci fosse eccesso di zelo da parte del ministro, Del Turco ha replicato: «Parlare di eccesso di zelo di Flick è una cosa che può durare solo lo spazio di 5 minuti». Paolo Colonnello Il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli con il suo vice Gerardo D'Ambrosio L'ex giudice istruttore di Palermo Antonino Caponnetto: ieri ha ricevuto il premio «etica dell'obbiettività»
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