L'uomo che viveva due volte di Gabriele Romagnoli

L'uomo che viveva due volte ERICANI L'uomo che viveva due volte ROBERT Shields, di Dayton, Washington, ha avuto un infarto ed è morto a metà. Conduceva, infatti, due esistenze parallele: viveva e trascriveva. Dai 57 ai 77 anni ha tenuto il diario più minuzioso del mondo. Quattro milioni di parole l'anno per riprodurre su carta ogni suo gesto o pensiero. Se usciva, portava con sé un quaderno e prendeva appunti. Cercava di stare fuori poco, per non avere troppi compiti a casa. Dopo aver ricopiato aggiungeva, naturalmente: «Alle 11 ho ricopiato gli appunti». Una sera si accorse che stava scrivendo: «Alle Ilei minuto ho scritto che stavo ricopiando gli appunti» e l'intera vita gli parve una serie di scatole cinesi dove si era rinchiuso, ma si proibì di uscirne, perché doveva renderne, a ogni costo, testimonianza. Quando gli telefonai, un anno fa, sentii che, parlando, digitava sulla sua Ibm, che mi descrisse vecchia e gigantesca. Immaginai stesse annotando: «Alle 3 mi ha chiamato un giornalista italiano da New York; mi ha chiesto, infine, come cambierebbe la mia vita se smettessi di registrarla». La risposta me l'ha data giovedì scorso, quando, saputo che aveva avuto un infarto, l'ho richiamato e mi ha risposto con voce incrinata, senza più il sottofondo della vecchia Ibm. Ha detto che le conseguenze dell'infarto gli rendono complicato muovere le braccia e non riuscirebbe più a digitare quattro milioni di parole l'anno, per cui ha chiuso il diario. Si sente un uomo dimezzato. Ma la sua tristezza più profonda viene dal fatto che, per vent'anni, ha avuto solo tempo di scrivere la sua vita, senza mai rileggerla. Forzato a letto, ha infine sfogliato la sua cronaca di giorni tutti uguali («alle 12 e 20 ho fatto pipì; alle 12 e 25 letto il giornale che oggi pesava una libbra e 12,5 once; alle 12 e 50 ho cominciato a scrivere il diario...»). Si è guardato nello specchio di carta e, ha detto, ha provato pena per se stesso. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Robert Shields

Luoghi citati: Dayton, New York, Washington