Autoscontro di simpatia e Lotteria di Alessandra Comazzi

Autoscontro di simpatia e Lotteria Sorprese, magie e lacrime gareggiano con il Frankenstein del Terzo Millennio Autoscontro di simpatia e Lotteria RAFFAELLA Carrà e Paolo Bonolis hanno cominciato in quasi contemporanea i loro rispettivi programmi, «Carràmba che fortuna!» su Raiuno e «Ciao Darwin» su Canale 5. Scenografia con colori dominanti simili, il panna e l'azzurro, come simili sono le tenute dei ballerini maschi (tornati numerosi), molto austere. Quest'anno le reti concorrenti cercano le sfide dirette, e sempre più, nel loro continuo agitarsi, nel loro inarrestabile girare in tondo, ricordano le macchinine dell'autoscontro, quelle dove si andava da ragazzi e il cui divertimento era costituito, per l'appunto, dall'andarsi addosso di muso. La Carrà ha cominciato scendendo da un monumentale scalone, bianco come i suoi paramenti, per officiare il rito del più classi¬ co fra i programmi del sabato sera, quello abbinato alla Lotteria del 6 gennaio. In realtà la messa avevano già cominciato a cantarla prima, lei e Lilli Gruber che dal Tgl «lanciava» la trasmissione e nello stesso tempo dava modo alla presentatrice più amata dagli italiani di estrarre i primi due numeri di un gioco nel gioco, una specie di gratta e vinci travestito da tombola. «Carràmba che fortuna!» non deve infatti soltanto fare ascolto, ma anche far vendere i biglietti della lotteria. Sperando che si dimentichi la figuraccia di due anni fa, del premio dato e ritirato. Con un'immediata conseguenza: la perdita di seguito e di credibilità che aveva funestato l'edizione condotta da Montesano, sostituito in corsa da Magalli. Per cominciare a rimediare, come primo ospite arriva un ar¬ zillo vecchietto della provincia di Palermo, che racconta: un giorno camminava per le vie della sua città quando venne irresistibilmente attratto dall'acquisto del gratta e vinci. Ma pensa, un miracolo. Gratta la prima casella, niente, la seconda e la terza gli portano un miliardo. Il biglietto però gli viene rubato durante una rapina alla banca. Miracolo 2, la vendetta: spunta il funzionario dei Monopoli di Stato e gli dà l'assegno. Da allora è tutta una serie di casi fortunati, di ospiti improvvisi alla Ricky Martin, di magie festose, di lacrimosi ritrovamenti. La Carrà, signor sì signore, ricorda Louis Gossett jr. di «Ufficiale e gentiluomo»: soldato dall'anima di ferro e dalla preparazione inossidabile, con solo scopo battere l'avversario in nome della Rai. E l'avversario mette la mani avanti, e dice subito: «Tanto non ci guarderà nessuno, sono tutti dalla Carrà». Poi presenta il suo gioco sull'evoluzione, tendente a disegnare un identikit dell'uomo e della donna del prossimo millennio. Quali saranno le caratteristiche ideali di questo Frankenstein televisivo? Lo scopriremo attraverso le gare tra alti e bassi (ieri c'erano anche i lottatori di sumo), magri e grassi, belli e brutti. La parola di verità l'ha detta Luca Laurenti, «spalla» di Bonolis: «I giochi, alla fine, sono sempre gli stessi, chi li rende più o meno simpatici è il conduttore». Carrà e Bonolis sulle automobiline dell'autoscontro: in pista la simpatia, fuori pista la lotteria. Alessandra Comazzi