Bonolis: noi, squadra in difesa
Bonolis: noi, squadra in difesa Bonolis: noi, squadra in difesa «Darwin è un cavallo scatenato ha ancora bisogno di rodaggio» ROMA. La serata di ieri l'ha passata a Cinecittà con la banda di «Ciao Darwin», tutti insieme a guardare la tv, se stessi e la «concorrenza». Prima però era arrivata la telefonata della Carrà, auguri fatti e resi prontamente, perché «alla fine stiamo lavorando, e io non sono abituato a essere felice degli eventuali guai altrui, e poi ce n'è per tutti». Così Paolo Bonolis, il Signor Sabato Sera di Mediaset. Bonolis, siete (d'altra tv»? «Mah. "Ciao Darwin" è imprevedibile, spettacolare, ha una confezione bellissima e una singolare novità giovanile, anche di linguaggio. Contro l'accademia, la storia, la classe: Carrà e Carràmba, insomma». Una battaglia già persa? «Guardi, la trasmissione è carina, in un'altra prima serata avrebbe vinto, ma il sabato è troppo impegnativo. La Carrà l'anno scorso faceva il 49% di share, ha la lotteria, premi fuori della grazia di Dio. Noi lo sappiamo, l'abbiamo presa così, e speriamo in una buona difesa. In televisione a volte si attacca a volte bisogna difendere, un professionista lo sa. Non si può sempre essere il principino con la coroncina in testa che regge lo scettruccio». Che armi ha «Ciao Darwin»? «E' un programma tipo Alice nel paese delle meraviglie, che piacerà molto ai bambini e anche agli adulti, quelli non arroganti o cerebrolesi. E' divertente, senza un format per cui si costruisce giorno per giorno, è pieno di sorprese». Ma non è in diretta... «In futuro probabilmente lo sarà, per ora abbiamo registrato solo la puntata di ieri e già così ci si è incrociato il cervello a tutti quanti. La difficoltà è l'assem blare le varie parti della tra smissione. Raffaella "Carram ba" la fa da cinque anni, il nostro è un varietà in fieri, arrive remo alla puntata ideale intorno alla quinta o alla sesta. Andare in diretta adesso solo per il gusto di farlo e dare così al pubblico un prodotto fatto male, che senso avrebbe?». Nei varietà contano molto i conduttori. Con che cosa acchiappano il pubblico Carrà e Bonolis? «La Carrà certo con la perfezione, la gradevolezza, la qualità artistica grandissima. E io, forse proprio con l'imprevedibilità». Ma a lei non piacerebbe il sabato sera Raiuno? «Tempo fa mi era stato anche offerto, ma avevo altro. Non è che io voglia fare chissà cosa, mi piacciono i programmi buoni, fatti bene. Mi chiedono sempre perché non presento Sanremo, ma senza nulla togliere all'importanza dell'istituzione, il Festival professionalmente non regala né difficoltà né soprese. E' molto più divertente un varietà come "Darwin", con 180 situazioni differenti, pieno di complicazioni, stancante, che quando torni a casa ti porti la sensazione di aver fatto qualcosa». Quest'anno al sabato, il prossimo a «Buona domenica»: in tv ormai ha fatto quasi tutto, no? «Sì. Ho presentato la tv dei bambini e dei ragazzi, ho rivoltato il preserale, ho condotto manifestazioni musicali, giochi, eventi. Mi piacerebbe un programma di sport, la mia passione. Chissà. Mi manca solo il lunedì, ma è il giorno del film, dovrei recitare». Una bella fiction? «No no, non sono un attore. Lo so che tanti colleghi recitano lo stesso, ma io mi stupisco sempre di queste poliprofessionalità vaganti». Conduttore a tutto tondo. Intanto, è soddisfatto del suo debutto? «La puntata è carina ma può venir meglio. Quanto a me, ero più emozionato del solito, guidando per la prima volta un cavallo gigantesco e scatenato come "Darwin". Un varietà te lo disegni addosso, ci vuol tempo. Ma mi calmerò: e prenderò confidenza con l'equino». Cristina Caccia
Persone citate: Bonolis, Carrà, Cristina Caccia, Paolo Bonolis
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