La retorica del ritorno a scuola di Oreste Del Buono

La retorica del ritorno a scuola LA LETTERA DI O.d.B. La retorica del ritorno a scuola Egregio Signor del Buono, ai miei tempi l'inizio o l'annuale ritorno sui banchi di scuola era la cosa più normale che potesse accadere. Oggi trattasi invece di avvenimento eccezionale, straordinario. Poi, superato il naturale attrito di primo distacco per chi cominciava e la ruggine delle vacanze per chi riprendeva, tutto filava via liscio. Oggi quel «momento» è definito impatto o fase particolarmente delicata... Mario Giordanengo Torino GENTILE Signor Giordanengo, lei è sempre saggio, e le sue riflessioni servono a capirci qualcosa. «Con cartelle più o meno grevi, a piedi o in tram, si iniziava (o si ricominciava) il percorso scolastico» lei dice. «Oggi la grancassa dei media ci informa sino alla saturazione del problema del caro libri, del disumano peso degli zainetti che affligge i nostri poveri marmocchi, del numero di pasti che saranno confezionati per la mensa, e avanti così sul tema. Noi non disponevamo di videoregistratori, tv, ed, pc ed eravamo, quindi, meno informati ed anche meno stimolati. Però compiti e studio impegnavano - giochi e passatempi a parte - regolarmente le nostre ore a casa. In sintesi, inizio e frequenza erano semplicemente passaggi abituali, perciò nessuno si aspettava La redel ria sc orica orno uola esortazioni particolari, incoraggiamenti ufficiali. Oggi l'apertura delle scuole è celebrata solennemente, con messaggi dalle massime autorità competenti, benedizione papale inclusa. Ma, aperta parentesi, non mi risulta a esempio che l'avvocato, a ogni ripresa del lavoro postferiale rivolga al personale incitamenti e auguri, chiusa parentesi. Comunque, sono dell'avviso che in questo campo ci sia, senza per carità volerne sminuire la ovvia importanza, troppa esagerazione, eccessiva amplificazione della realtà. Ed allora, gentile Signor Del Buono, non pensa che così operando, si corra il grave rischio di creare nei ragazzi la convenzione di essere interpreti di un fatto - la frequenza della scuola - degno di assoluta, unica attenzione? Conseguentemente, non potrebbe nascere in loro la certezza, di avere acquisito, con lo stato di studente, la piena garanzia di godere di particolari premure e di abituali indulgenze? Ovvero, prevalentemente, di diritti?...». Questa volta, gentile Signor Giordanengo, ho l'impressione che nelle sue riflessioni si sia spinto un tantino avanti. Non è del tutto tacitabile quanto lei dice, stiamo soffocando nella retorica. Oreste del Buono

Persone citate: Del Buono, Giordanengo, Mario Giordanengo

Luoghi citati: Torino